Toto assessori in Loggia, da lunedì le consultazioni per la nuova Giunta

La partita della squadra è ancora aperta: non è escluso che il Pd possa avere 5 e non 6 posti
Palazzo Loggia
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Le aspettative sono molte, i rumors politici e le ricostruzioni (pilotate e non) anche. C’è però una questione sostanziale: la squadra di Giunta che, una volta designata, farà scattare il «gong» del primo mandato a guida Laura Castelletti, non è affatto «già pronta e definita». La leader si sta prendendo il suo tempo (e questo sta facendo vivere giorni di tachicardia a più di qualcuno), ma non vuole farsi dettare la linea senza averne prima ben ponderata una sua.

Certo, qualche punto fermo c’è e rappresenta il canovaccio sul quale scrivere in bella copia, ma il baricentro non è ancora raggiunto e chi ribadisce il contrario come una cantilena («i giochi sono fatti», «la squadra è già pronta e concordata»), non l’avrà vinta grazie alla costanza (o, per dirla senza girarci attorno, grazie allo «sfinimento»). Sono queste le ore clou, i giorni delle riflessioni e delle telefonate esplorative. E se è vero che alcune caselle dipenderanno dai «sì» scontati degli eletti, è altrettanto vero che molto dipenderà anche dai «no» che, fuori dal perimetro dei consiglieri, potrebbero arrivare (come quello di Caterina Avanza, nome esplorato per l’Ambiente, che però ha dovuto declinare per motivi familiari). Anche perché Castelletti lo ha ripetuto più di una volta in queste settimane: le preferenze le guarda, ma insieme ai profili (che significa competenze e ricambio generazionale).

Equilibri

Si parlava di punti fermi ed eccoli: Federico Manzoni vicesindaco e assessore alla Mobilità, Valter Muchetti (probabilmente ai Lavori pubblici), Marco Fenaroli (ad oggi in pole per i Servizi sociali), verosimilmente Alessandro Cantoni in squadra. Sindaca inclusa, il 50% di continuità sarebbe così garantito. Non a caso tutti sono concentrati sull’altra metà: Castelletti non è intenzionata a riproporre un remake dei tempi andati. E l’abaco delle preferenze aiuta.

Gli scenari sono diversi, ma sostanzialmente tutto gira attorno a un numero che una parte del Pd sta dando per scontato e che scontato non è: sei. Sei (cinque assessorati ai quali si aggiungerebbe la presidenza del Consiglio) sono i posti del compromesso storico interno al partito: due donne e quattro uomini. Lo schema è quello che gira da giorni scritto su foglietti stropicciati: Manzoni, Muchetti e Roberto Cammarata in Giunta con Roberto Rossini presidente dell’Aula. Le due più preferenziate, Anna Frattini e Camilla Bianchi, sono bersagliate, ma rientrano perfettamente nella visione politica che Castelletti ha sempre esercitato (c’è chi, quasi con tono buonista, propone: «Una delle due ok, ma perché entrambe? C’è chi ha più esperienza» e la risposta potrebbe trovarla da solo in due dati: il curriculum di ciascuna e le preferenze incassate). Il punto però è che questo schema a sei potrebbe restringersi: il Pd è senza dubbio il primo partito, ma con il 26,64% gli accordi erano la metà dei posti. E come fa notare qualcuno, la metà di dieci è 5, non certo sei. 

Le tappe

Se Castelletti propenderà per lo schema a 5 per le quote dem, lo spareggio in Giunta sarebbe tra Cammarata e Rossini: quest’ultimo ha un cursus honorum che lo incardinerebbe alla perfezione (anche) nell’ambito educativo. Il problema reale è, però, che verso l’ex presidente del Consiglio comunale una corrente importante del partito ha un debito di riconoscenza: Cammarata, infatti, sostenne Manzoni, e non Muchetti come sembrava, per il ruolo di vicesindaco. 

Le consultazioni vere e proprie, comunque, inizieranno a partire da lunedì, tanto è vero che a cavallo del fine settimana il Pd riunirà tutti gli eletti per definire chi farà parte della delegazione per i caminetti con la sindaca: è molto probabile che nel tram ci siano i due segretari, cittadino e provinciale, e il vicesindaco. Intanto, oggi, i riflettori torneranno ad essere tutti puntati su Laura Castelletti che, nel pomeriggio, firmerà l’atto della sua proclamazione a sindaco. La partita del toto Giunta, insomma, è ancora aperta.

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