Test di medicina, per le specializzazioni sono 114 i posti rimasti scoperti

La testimonianza di un giovane dottore in attesa di sapere quale sarà il suo destino di specializzando
Per le scuole di specializzazione in medicina sono 114 i posti rimasti scoperti
Per le scuole di specializzazione in medicina sono 114 i posti rimasti scoperti
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La scelta della specializzazione e della sede doveva essere indicata dai neomedici a partire da domani, lunedì 5 settembre. Data che, all’ultimo, è slittata di qualche giorno perché il Ministero non ha ancora pubblicato nè le scuole accreditate nè il numero delle borse di studio per ogni specialità. Un ritardo nella ripartizione dei posti - lo scorso anno era avvenuta in luglio ad una settimana di distanza dalla prova di ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione - sta creando molto disagio tra i giovani in attesa di sapere in quale Università, e città, avviare il loro percorso di formazione. 

Preoccupazione

«Siamo molto perplessi per questo ritardo che potrebbe essere legato al fatto che ci sono Scuole di neoistituzione (a Brescia la specializzazione in Medicina per le Cure palliative, ndr) o alla riorganizzazione generale visto che quest’anno non ci saranno le quattromila borse su base nazionale finanziate con fondi del Piano di ripresa e resilienza - spiega la prof. Arianna Coniglio, delegata dal rettore alla didattica e alle Scuole di specializzazione -. Un ritardo che, unito agli scorrimenti delle varie graduatorie, potrebbe far slittare anche di qualche mese l’inizio effettivo dell’anno di formazione, fissato al primo novembre, con conseguenti disagi organizzativi anche nei rapporti con l’Azienda sociosanitaria territoriale cui l’Università è convenzionata». In attesa della pubblicazione dei nuovi posti, la lettura si sofferma sull’analisi della situazione dell’Anno accademico 2020/2021.

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Per il primo anno alle Scuole di specializzazione medica all’Università di Brescia erano stati assegnati 463 posti (contratti nazionali, regionali e privati). Ne sono stati coperti inizialmente 384 che si sono ulteriormente assottigliati perché durante l’anno 35 medici hanno rinunciato. Dunque, ad oggi i posti scoperti sono 114, «alcuni recuperabili negli anni successivi, ma non tutti» spiega Coniglio. Che aggiunge: «Le specialità maggiormente scoperte a Brescia sono le stesse in difficoltà a livello nazionale: Anestesia, Medicina d’Urgenza e Medicina interna, ovvero quelle nelle quali si è cercato di investire di più durante la pandemia.

Questo significa che gli specializzandi non seguono il dettame delle necessità sociali, ma una loro predisposizione personale le loro aspirazioni. Mi sembra, questo, un dato comunque positivo. Sono tante o poche 463 borse di specializzazione (ci riferiamo a quelle dello scorso anno)? Se si considera che per il primo anno del corso di laurea il numero massimo di iscritti è di 236 ragazzi e che, alla fine degli studi, l’80% di questi si laurea, è evidente che il tema dell’«imbuto» tra laurea e ingresso nelle scuole di specializzazione negli ultimi anni si è attenuato. Mentre non si placa il dibattito sul numero chiuso a Medicina.

«La questione - conclude Coniglio - è solo la punta dell’iceberg dei problemi che si creerebbero a catena aprendo all’ingresso indiscriminato. Si pensi al numero di docenti (ora di uno ogni cinque studenti), ai tirocini negli ospedali, alle strutture universitarie. Bisognerebbe ripensare l’intera organizzazione e non credo che aprire a tutti sia una garanzia di qualità»

La testimonianza di uno specializzando

Federico Cherubini, neolaureato in Medicina e Chirurgia, racconta la sua esperienza nel limbo degli specializzandi: «Settembre è iniziato. Dovrei entrare in servizio il primo novembre, dopo aver superato il concorso di selezione lo scorso 26 luglio. Ossia, tra meno di due mesi. Ma quante siano le borse di studio disponibili, quali le scuole accreditate e soprattutto come siano suddivise le borse tra le varie specialità disponibili, rimane un mistero. Notizie, indicazioni che ci si aspettava arrivassero già nei giorni immediatamente successivi al test dal ministero dell’Università e della Ricerca. E invece le settimane sono passate nel silenzio assordante. Fino a quando una nota del Miur, a poche ore dalla mattinata del 5 settembre, giorno in cui si sarebbero potute inserire le preferenze per le borse di studio in graduatoria, ha informato che tutto slitta all’8 settembre. Perché? Non è dato sapere. In poche settimane devo, dobbiamo, decidere del nostro futuro: cambierò città? E la famiglia? Il tutto, senza avere la minima idea di dove andrò e quando. Con l’incognita degli affitti. Ciò che lascia perplessi è la retorica di questi giorni sul numero chiuso a medicina e sulla carenza di medici. Come si può pensare di «aprire le porte a tutti» se non si riescono a gestire nemmeno i «pochi» che vengono formati ogni anno?»

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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