Terapie intensive quasi off limits: saturazione al 97%

Aumento costante di ricoveri in tutti gli ospedali bresciani. Ieri al Civile oltre 400 pazienti
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RICOVERI, IL MOMENTO E' CRITICO
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Un’ondata epidemica dura mediamente quaranta giorni prima di raggiungere il suo picco. Questo significa che l’attuale curva, che ha iniziato a salire intorno all’8 febbraio, continuerà a crescere fino al 20 marzo prima di raggiungere il picco. Tuttavia, il numero delle persone contagiate dal virus e ricoverate in ospedale è già oggi pari a quello del picco della seconda ondata, dopo il 20 novembre.

Il confronto. «In autunno all’Asst Spedali Civili abbiamo avuto il picco dei ricoveri con 300 posti letto massimi occupati anche se allora gran parte dei pazienti proveniva da altre province della Lombardia - dichiara il direttore generale Massimo Lombardo -. Adesso abbiamo già superato i quattrocento, tutti bresciani, e siamo ancora lontani dal picco». Ad essere in sofferenza sono tutti gli ospedali bresciani, ma i numeri stanno crescendo rapidamente anche in quelli delle altre province.

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COVID, L'EMERGENZA NEL BRESCIANO

Nel Bresciano i ricoverati totali di giovedì erano 967; ieri sono diventati 993. Nelle terapie intensive si è passati nell’arco di 24 ore da 88 a 115. E sono dati già superati, perché il flusso di ingresso nei Pronto soccorso è costante. All’Asst Garda, solo per fare un esempio, nella giornata di ieri sono aumentati di una ventina i ricoveri ordinari Covid che sono passati a 192 (con 9 liberi per la fine settimana, molti già a rischio nella serata di ieri) mentre quelli in terapia intensiva ieri erano 23, con un solo letto libero. Da aggiungere anche tredici posti Covid in Osservazione breve intensiva, tutti occupati.

La crescita. All’Asst Spedali Civili si è passati dai 377 pazienti Covid di giovedì ai 401 di ieri, di cui 34 in terapia intensiva ed una novantina in ventilazione assistita negli spazi di Scala 4.0. Per capire l’evoluzione della situazione, è sufficiente leggere l’istogramma e il grafico pubblicati a fianco. In uno si vede la curva delle terapie intensive in tutta la Regione Lombardia: dal 20 febbraio ha iniziato la sua ascesa, sovrapponendosi e superando in molti passaggi l’analoga curva dello stesso periodo del 2020 quando eravamo agli inizi della pandemia. Al Civile, la saturazione delle terapie intensive Covid era pari al 77% lunedì scorso con una crescita costante di giorno in giorno, fino al 97% di ieri. La situazione è molto difficile negli ospedali dell’Asst Franciacorta con numeri in crescendo in Valcamonica. Esplosione di ricoveri anche in Poliambulanza e negli ospedali del Gruppo San Donato dove non è escluso un aumento dei posti letto di terapia intensiva.

Pronto soccorso sotto stress. «Come nei giorni scorsi si registra un incremento della pressione sul Pronto soccorso che genera un rallentamento dei tempi di ricovero e un allungamento di quelli di stazionamento nei locali di attesa - comunica il Civile -. Una situazione che ha richiesto la sospensione delle accettazioni per alcune ore. Dalle 9 di giovedì alle 9 di ieri mattina sono stati 37 gli accessi dei pazienti Covid e 74 di quelli non Covid». Una pressione che sta mettendo a dura prova tutte le strutture, schiacciate tra la necessità di garantire la necessaria assistenza ai pazienti Covid e quella di mantenere alta l’attenzione verso le migliaia di pazienti non Covid che hanno parimenti diritto ad essere curati. Il Civile, del resto, è hub (ovvero, ospedale di riferimento) per le patologie tempo-dipendenti (tra queste, interventi di cardiochirurgia e chirurgia vascolare, ictus, stroke, traumi maggiori) ed oncologiche. Dopo la continuità delle prestazioni ambulatoriali, pur nella grande fatica di tutti gli operatori, lo sforzo ora è garantire tutte le urgenze e almeno la metà delle prestazioni chirurgiche che riguardano interventi elettivi urgenti.

«Oggi stiamo ricoverando veramente molto - aggiunge il dg Lombardo -; il 10% dei ricoverati è grave ed ha bisogno della terapia intensiva. Come noi, tutti gli ospedali bresciani, pubblici e privati, sono impegnati a far fronte a questa nuova ondata di contagi, dovuti in gran parte alla variante inglese del Sars-Cov-2 che nel Bresciano è nettamente prevalente, con alcuni casi sporadici delle altre varianti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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