Tempi d’attesa: da aprile chi non li rispetta paga il conto

In sei mesi recuperate oltre sessantamila visite mediche sospese causa Covid, ma ne restano ancora molte
Visite ospedaliere, i tempi di attesa restano lunghi - © www.giornaledibrescia.it
Visite ospedaliere, i tempi di attesa restano lunghi - © www.giornaledibrescia.it
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Dove eravamo rimasti? È proprio il caso di chiedercelo, dopo aver ricoverato e curato ventimila persone con Covid nei reparti medici e un migliaio nelle terapia intensive degli ospedali bresciani. E dopo aver pianto 4.700 morti a causa del virus. È il caso di chiedercelo, perché la pandemia, da quando è iniziata, sta presentando anche un altro conto, ed è quello del dramma umano e sanitario di chi ha dovuto rinviare controlli, visite specialistiche ed interventi chirurgici per tutte le patologie che non fossero Covid.

Un impatto pesante che aveva causato la perdita di milioni di prestazioni specialistiche e di migliaia di interventi chirurgici. La corsa e la frenata. All’inizio dello scorso novembre, la corsa al recupero aveva dato i suoi frutti, tant’è che in tutti gli ospedali mancava circa il 10% di attività per raggiungere il numero delle prestazioni erogate nel 2019.

Nel Bresciano, territorio di competenza di Ats (Agenzia tutela della salute) di Brescia, da luglio a dicembre 2021 sono state recuperate 56.118 prestazioni di specialistica ambulatoriale, pari all’11% di tutte le prestazioni in sospeso effettuate nello stesso periodo in tutta la Regione. Altre tremila circa sono state recuperate nell’area di competenza dell’Asst Valcamonica. A queste, si aggiungono duemila ricoveri per interventi chirurgici che erano stati rimandati a causa della pandemia. Un lavoro che ha prodotto un recupero, nell’ultimo trimestre dell’anno, di circa l’82% di quanto era rimasto in attesa.

Le specialistiche maggiormente coinvolte sono radiologia diagnostica (21.049), cardiologia (8.481) e medicina fisica e riabilitazione (2.163). «L’impatto della pandemia è stato molto pesante, ma ora che il numero dei contagiati e dei ricoverati sta scendendo e la campagna vaccinale per la terza dose si avvia alla fase conclusiva - afferma Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia - l’obiettivo primario della sanità lombarda e il mio impegno personale è lavorare alacremente per la riduzione delle liste d’attesa».

Ed ecco il piano, che prevede di erogare il 90% delle prestazioni nei tempi previsti entro la prossima estate, con uno stanziamento di 84milioni di euro, metà per il pubblico e metà per il privato accreditato. Si partirà il primo aprile ed i risultati del lavoro svolto verranno valutati ogni trimestre. Viene richiesta una produzione di appuntamenti di almeno il 110 per cento rispetto alle prestazioni dei vari trimestri del 2019.

Le aree su cui i dirigenti ospedalieri dovranno concentrarsi di più sono la chirurgia programmata, con particolare riferimento all’area oncologoica, la diagnostica strumentale e lo screening, grande assente nei mesi della pandemia. A seguire si interverrà su altre aree di ricovero chirurgico, sulle prime visite ambulatoriali e sulla diagnostica per immagini tenendo conto anche dell’andamento della pandemia.

Si prevedono decurtazioni e premialità in relazione al rispetto dei tempi di attesa per tutti gli erogatori a contratto con il sistema sociosanitario lombardo. Un esempio: per tutte le prestazioni di chirurgia oncologica che non rispetteranno i tempi di attesa, è prevista una decurtazione dal 5% al 50% del valore riconosciuto alla struttura.

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