Teleriscaldamento, nuovo scontro tra A2A e Legambiente sulle tariffe

Prosegue la polemica sul sistema di calcolo delle tariffe. L'assessore Capra: «Opportuno sentire direttamente Arera»
Il termoutilizzatore di Brescia è al centro di una polemica tra Legambiente e A2A - © www.giornaledibrescia.it
Il termoutilizzatore di Brescia è al centro di una polemica tra Legambiente e A2A - © www.giornaledibrescia.it
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Non c’è pace per il teleriscaldamento di Brescia. Un caso che si trascina ormai da un anno, da quando Legambiente ha iniziato a contestare il sistema di calcolo delle tariffe di A2A.

Lo scorso 12 dicembre il consiglio comunale ha approvato una delibera che impegna la giunta ad attivarsi verso l’azienda perché applichi da subito il metodo del «costo evitato» utilizzato da Arera, l’Autorità nazionale per l’energia, «se tale metodo può portare ad una effettiva riduzione delle tariffe». Dopo quella delibera si sono tenuti tre tavoli tecnici tra Loggia, A2A e Legambiente, proprio per calcolare quale fosse il sistema di calcolo più conveniente per i cittadini. Ma il muro contro muro tra multiutility e associazione ambientalista è andato avanti.

Ieri Legambiente ha diffuso una nota dove mette a confronto il prezzo calcolato da A2A con quello del costo evitato di Arera. «Dopo il picco del prezzo del gas di dicembre abbiamo potuto osservare il forte ribasso avvenuto a gennaio e febbraio con riduzioni del 34,17% e del 13% - spiega la nota -. Il prezzo del teleriscaldamento A2A è sceso molto meno: rispettivamente del 19,88% e del 5,12 %. Attualmente il teleriscaldamento costa 0,122529 euro/kWh ed il costo evitato è a 0,1024526 euro/kWh, il 16,39% in meno!».

A stretto giro è arrivata la replica di A2A. «A differenza di Legambiente, A2A Calore e Servizi ha sempre condiviso i propri metodi di calcolo e ha posto in essere azioni di blocco dei prezzi», con vantaggi per i cittadini, «senza beneficiare di alcun aiuto statale». Poi la società spiega: «Nel confronto col costo evitato, Legambiente assume un prezzo di riferimento del gas che beneficia ancora oggi di fortissimi aiuti statali (che a febbraio pesano per il 39% sull’utenza monofamiliare). Col venire meno di tali interventi di sostegno, risulterà evidente la differenza tra la tariffa del teleriscaldamento e quella del costo evitato gas proposta da Arera».

A2A rimarca poi la differenza tra utenze monofamiliari, condominiali («che Legambiente continua ad ignorare volutamente») e commerciali o terziarie. Le prime rappresentano solo il 10% delle utenze allacciate al teleriscaldamento e hanno comunque «condizioni concorrenziali» rispetto al gas; i condomini rapprentano il 50% delle utenze teleriscaldate e qui il prezzo è rimasto allineato o più basso rispetto al costo evitato gas, «nonostante il valore della materia prima fosse fortemente scontato dagli aiuti statali». Infine negozi e uffici (40%) «beneficiano di un prezzo del teleriscaldamento inferiore rispetto ai clienti domestici».

In definitiva, chiosa A2A, «la competitività del teleriscaldamento è garantita per la stragrande maggioranza della clientela: Legambiente, invece, si concentra su un campione obiettivamente poco rappresentativo rispetto al totale».

In mezzo c’è il Comune di Brescia. «Mi attiverò, sentito il sindaco, per approfondire la questione - spiega l’assessore all’Ambiente Fabio Capra -. Credo che a questo punto sia opportuno porre la questione direttamente ad Arera». Si vedrà.

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