Teleriscaldamento, la petizione di Legambiente arriva in Loggia

Ridurre i rincari del teleriscaldamento, sganciando il sistema di calcolo dal prezzo del gas. E rivedere il fattore di conversione che sta creando il paradosso di classificare in classi energetiche altissime, persino in A4, la più alta, vecchi edifici che sono in realtà un colabrodo solo perché allacciati dalla rete del teleriscaldamento di Brescia.
La doppia petizione di Legambiente approda in Loggia. Ieri il testo è stato presentato alle commissioni bilancio e ambiente dal presidente di Legambiente Brescia Danilo Scaramella. A stretto giro i commissari torneranno a riunirsi, probabilmente alla presenza dei rappresentanti di A2A, in modo che l’azienda possa «controdedurre» alcuni numeri. Poi si cercherà una sintesi politica così che il tema possa approdare in consiglio comunale, tenendo conto che diverse forze politiche in questi mesi hanno già chiesto chiarimenti sul tema.
Intanto c’è la petizione lanciata a marzo da Legambiente. «In 10 giorni abbiamo raccolto 950 firme» ha ricordato ieri Scaramella. Il testo è quello illustrato più volte e ha due pilastri: prezzi e fattore di conversione. Nell’ultimo anno le tariffe del teleriscaldamento di Brescia hanno subìto un rincaro medio del 70% (da 0,077 a 0,132 euro a Kwh la monomia). L’incremento è calcolato con un algoritmo che collega il costo del calore del teleriscaldamento al prezzo del metano e dell’energia elettrica. «Ma non tutto il calore viene dal gas» ha contestato Scaramella.
Il 70% dell’energia termica del teleriscaldamento è prodotto dal termoutilizzatore, quindi dai rifiuti, e dal recupero termico delle acciaierie. La richiesta alla Loggia è quindi quella di fare pressione perché A2A proceda ad un ricalcolo dei prezzi, legando solo per un 30% il prezzo alle quotazioni del gas. «Oggi il prezzo è più alto Una simulazione di Legambiente dice che la tariffa passerebbe dagli attuali 0,132 euro a Kwh (prezzo bloccato fino al 30 settembre) a 0,095. «A Brescia abbiamo un sistema virtuoso, il teleriscaldamento, che consuma poco gas» ha spiegato Scaramella. Nel calcolo del prezzo bisogna tenerne conto, soprattutto in vista dell’autunno.
Capitolo fattore di conversione. Si tratta di un valore che incide nella classificazione energetica degli edifici. A Brescia è molto basso (proprio perché la quota di fonti non fossili per produrre calore è alta). Questo comporta che gli edifici allacciati alla rete hanno classe energetiche virtuose pur non avendo uno struttura energetica efficiente.
«Lo stesso immobile che a Brescia è in classe A, in altre città in classe D o E» ha spiegato Scaramella. Una stortura che va corretta. Da qui la richiesta a Loggia e A2A di «far presente questa paradossale situazione al legislatore» per modificare la normativa. Come? Ad esempio tornando ad un fattore di conversione unico nazionale per tutte le reti di teleriscaldamento.
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