Tassa rifiuti, 195 euro a famiglia: Brescia è tra le città meno care

È la provincia meno cara in Lombardia e quinta in Italia. L'assessore Capra: «Differenziata al 73%, ma bisogna crescere»
L’impegno della città nel riciclo dell’immondizia -  Foto © www.giornaledibrescia.it
L’impegno della città nel riciclo dell’immondizia - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Chi possiede un appartamento nel cuore di Brescia e uno in Salento, a Genova o ad Agrigento si è già accorto della differenza: la tassa sui rifiuti, da noi, è più economica che altrove. Lo sostiene anche l’ultimo report, diffuso ieri, dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva: con 195 euro a famiglia tipo, il nostro è il quinto capoluogo di provincia meno caro di tutta Italia. E il primo della Lombardia.

Le altre città

Davanti, nel Belpaese, per poche decine di euro, quest’anno ci sono Udine (174 euro), Belluno (180), Pordenone (182) e Trento (186). Subito dietro La Spezia (197), Fermo (200) e Cremona (208). Più o meno gli stessi capoluoghi del 2021, quando Brescia, con 191 euro, si era piazzata quarta insieme a Pordenone. A livello nazionale la media per una famiglia tipo composta da tre persone che dispone di una casa di proprietà da 100 metri quadrati è 314 euro, in aumento rispetto all’anno scorso (+2,3%) e agli ultimi dieci anni (+4%). Al Sud si registra la spesa più elevata: la Campania è in testa a livello regionale (414 euro) e ci sono otto capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania, dove una famiglia tipo spende ben 594 euro all’anno, cifra che registra un incremento di quasi il 28% rispetto al 2021.

Ciò che si getta può dar vita a nuovi prodotti: è il caso della plastica -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Ciò che si getta può dar vita a nuovi prodotti: è il caso della plastica - Foto © www.giornaledibrescia.it

La regione che invece può vantare la spesa media più bassa è il Trentino Alto Adige (212 euro, in aumento del 6,2% rispetto all’anno scorso). Restringendo il focus alla sola Lombardia, la media è di 246 euro ed è ben al di sotto di quella nazionale (314 euro). Brescia, dicevamo, è la città più economica; Milano, invece, quella più cara: la Tari 2022 per la famiglia tipo scelta come base d’analisi per la stesura del report ammonta a 313 euro, in leggero calo rispetto all’anno prima, quando era a quota 325 euro.

Chi differenzia

La nostra città, insomma, brilla in Italia in quanto ad economicità della tassa comunale che finanzia i costi del servizio di raccolta e smaltimento dell’immondizia. Resta, però, il tasto dolente della quantità di rifiuti prodotti. Il recente report di Cittadinanzattiva fa riferimento ai dati del 2020 e, con 567,39 chili ad abitante l’anno, descrive un record regionale in negativo: fanno meglio Milano con 435,29 chili ad abitante l’anno e, per esempio, la vicina Bergamo con 486,64 chili per abitante l’anno. La percentuale di differenziata, invece, è in linea con la media regionale: Brescia nel 2020 era a quota 72,4%. Meglio di Sondrio, Milano (62,7%), Lecco e Pavia; peggio di Mantova (83,5%). Allargando lo sguardo a tutto il Belpaese il rapporto «Rifiuti urbani 2021» dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) riferisce che nel 2020 sono state prodotte 28,9 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-3,6% rispetto al 2019).

La maggioranza dei rifiuti urbani è prodotta nel Nord (48,1%), seguito dal Sud con il 30,7% e infine dal Centro (21,2%). La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 63% (+ 1,7 punti rispetto al 2019); il 20,1% dei rifiuti urbani prodotti finisce invece in discarica. Le regioni più virtuose sono Veneto, Sardegna, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Marche, tutte oltre il 70% di raccolta differenziata. Fanalino di coda, infine, la Sicilia (43%), con Catania che si colloca all’ultimo posto (meno del 10%) tra i capoluoghi di provincia.

Tariffa confermata in città nel 2023

Il fatto che Brescia, in quanto a tassa sui rifiuti, sia tra le città capoluogo più economiche d’Italia, non sorprende di certo Fabio Capra, assessore comunale all’Ambiente: «Abbiamo fatto uno sforzo economico rilevante per mantenere bassa la tariffa e far sì che nemmeno l’inflazione potesse incidere sulla stessa», è il suo commento al rapporto pubblicato ieri da Cittadinanzattiva. Rapporto che mette in evidenza i 195 euro di Tari che una famiglia tipo di tre persone con una casa da 100 metri quadrati paga nel 2022 a Brescia, una cifra ben lontana dalla media nazionale (314 euro) e da quella regionale (246 euro).

Il Comune fa i conti ancora con un numero molto alto di rifiuti prodotti - © www.giornaledibrescia.it
Il Comune fa i conti ancora con un numero molto alto di rifiuti prodotti - © www.giornaledibrescia.it

Prospettive

«La sfida che la prossima consiliatura sarà chiamata a porsi - aggiunge - consisterà nel differenziare ancora di più i rifiuti mantenendo i costi fermi a questi livelli virtuoso». Ad oggi, ricorda l’assessore Capra, Brescia è in grado di raggiungere «il 73% circa di differenziata. Non è poco, ma si può fare ancora di più». Quanto ai costi, «la tassa rifiuti rimarrà invariata anche nel 2023». Brescia potrebbe quindi continuare a brillare nel confronto con le altre città della Lombardia e dell’Italia anche nel report di Cittadinanzattiva del prossimo anno.

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Sensibilità

Tasto dolente, si diceva, è la produzione di rifiuti (567,39 chili ad abitante l’anno nel 2020). L’assessore Capra ne è consapevole che, anche in questo campo, si potrebbe fare meglio: «A Brescia - commenta - si consuma tanto. Noi lavoriamo su questo punto cercando di sensibilizzare la popolazione partendo da iniziative promosse nelle scuole. Ritengo che sia giusto continuare su questa strada. Ma faccio anche appello alle aziende affinché riducano il packaging dei prodotti che acquistiamo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato