Tangenti, Nicoli chiede di patteggiare

All’udienza preliminare in corso a Milano altri 7 fanno istanza di abbreviato
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Una richiesta di patteggiamento della pena che arriva via fax nel corso dell’udienza preliminare del processo in corso a Milano sul caso di presunte tangenti che l’imprenditore Pierluca Locatelli avrebbe versato ad alcuni politici - tra cui il bresciano Franco Nicoli Cristiani - per essere agevolato nell’effettuare lavori alla discarica di Cappella Cantone.

È quella presentata proprio dall’ex vicepreisdente del consiglio regionale e dall’ex dirigente dell’Arpa Giuseppe Rotondaro. Altri sette imputati, tra cui Locatelli e la moglie, hanno presentato istanza per essere giudicati con rito abbreviato. La proposta di patteggiamento e pure la quantificazione in termini di anni di pena e la decisione sul rito scelto dagli altri imputati deve essere valutata dal Gup di Milano, Vincenzo Tutinelli, davanti al quale si sta celebrando l’udienza preliminare, proprio nel corso dell’udienza fissata per oggi.

Secondo quanto ricostruito dalla Procura Locatelli avrebbe versato oltre un milione di euro - per ottenere il via libera per la realizzazione della discarica - alla Compagnia delle opere di Bergamo su input dell’allora presiente della Regione Formigoni, pure lui imputato nello stesso procedimento e che ha deciso per il rito ordinario. L’imprenditore avrebbe versato poi una presunta tangente a Nicoli Cristiani per avere l’Aia, autorizzazione integrata ambientale che serviva per il via libera alla discarica.

Unico reato che Locatelli ha ammesso, mentre nega ogni addebito in merito al traffico di rifiuti. Sempre il gup oggi dovrà decidere anche sull’eccezione di competenza territoriale sollevata dalle difese che hanno chiesto il trasferimento del procedimento da Milano a Bergamo.

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