Tagliani: «Il 25 Aprile è una data di tutti, a Brescia è una festa condivisa»

Il presidente della Federazione italiana Volontari della libertà e segretario dell’Associazione Fiamme Verdi di Brescia parla della festa
Una manifestazione del 25 Aprile in piazza Loggia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una manifestazione del 25 Aprile in piazza Loggia - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

La festa «della libertà conquistata», patrimonio «di tutti gli italiani» e motivo di orgoglio per Brescia, medaglia d’argento al valor militare per la resistenza al nazifascismo. Roberto Tagliani, presidente nazionale della Federazione italiana Volontari della libertà e segretario dell’Associazione Fiamme Verdi di Brescia, parla del 78esimo anniversario del 25 Aprile che si celebra oggi anche in città e in provincia, e delle polemiche che pure quest’anno l’hanno accompagnato.

Lo abbiamo intervistato all’uscita dal Quirinale dove ha partecipato alla cerimonia commemorativa del 25 Aprile, fatta ieri dal presidente Mattarella al Quirinale.

Prof. Tagliani, qual è il significato autentico del 25 Aprile?

È una festa di tutti gli italiani. La festa della libertà conquistata, cioè della liberazione che ha visto da un lato la partecipazione degli alleati anglo-americani, ma dall’altro quella di una grandissima varietà di popolo organizzata in diverse forme: dalla resistenza dei militari – quest’anno è l’80esimo anniversario dell’eccidio di Cefalonia – a quella delle formazioni partigiane di tutte le coloriture politiche. Nel Bresciano c’è una tradizione molto legata alle forme organizzative delle Fiamme Verdi, ma c’erano anche i garibaldini, le brigate di Giustizia e Libertà, le brigate Matteotti… una partecipazione che dà alla Resistenza una dimensione corale, e questo è un fatto storico innegabile.

Non dovrebbe, dunque, essere una data divisiva?

Non c’è quel «derby» che qualcuno ha cercato di proporre con una doppia falsificazione: tutti fascisti da una parte, tutti comunisti dall’altra. È una data in cui tutti si devono riconoscere, perché attraverso questa lotta e i sacrifici di molti è arrivata la libertà.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha auspicato una «pacificazione nazionale»…

Perché vi sia autentica pacificazione non vanno usate formule ambigue di condanna rispetto a ciò che il fascismo è stato: negazione della libertà, dei diritti delle persone, persecuzione degli ebrei e degli avversari, cancellazione della libertà di stampa e associazione… Converrebbe anche a quegli esponenti politici che hanno alle spalle una storia di militanza nel Msi dimostrare di essere maturi per allontanarsi da un nostalgismo revisionista che ormai ha fatto il suo tempo. Questa idea che si possa ripiombare nella contrapposizione degli anni ’70 non solo è antistorica, ma è anche pericolosa per la tenuta della democrazia, in un’Europa che vede il sorgere di guerre motivate anche da concezioni ideologiche. Da questo punto di vista, le associazioni partigiane hanno dimostrato la loro serietà e maturità. Non sono cadute nelle provocazioni e chiamano i cittadini a tornare a festeggiare con gioia il 25 aprile.

Come viene vissuto a Brescia?

I festeggiamenti sono sempre stati caratterizzati da una grande armonia e capacità di ascolto di tutte le sensibilità politiche e istituzionali. Sindaci di centro-sinistra e di centro-destra l’hanno celebrato in maniera convinta e sincera, e confido che anche il prossimo sindaco – chiunque egli sia – continui su questa linea. Certamente il clima di quest’anno è più teso, perché nelle settimane precedenti abbiamo avuto anche a Brescia provocazioni di gruppuscoli più o meno organizzati, con striscioni e slogan offensivi. C’è stata tuttavia una risposta corale delle istituzioni e del mondo della scuola, quello più preso di mira.

Il relatore ufficiale sarà il rettore dell’Università degli Studi, Francesco Castelli, nell’anno in cui Brescia è Capitale della cultura…

La cultura è un grande strumento di democrazia. Noi pensiamo che questo sia ancora oggi il vero antidoto alle semplificazioni, agli slogan o alle provocazioni dei più facinorosi. La vera armonia della società passa attraverso la scuola e la conoscenza storica.

In conclusione: il legame tra antifascismo e Costituzione rimane indissolubile?

Assolutamente. L’antifascismo è l’elemento da cui la Costituzione è scaturita, ed è abbastanza surreale che vi sia una polemica su questo aspetto. Nella Carta costituzionale è declinata tutta la serie di valori e princìpi che hanno motivato la lotta partigiana: la democrazia, l’equilibrio e la separazione dei poteri, la partecipazione, le libertà personali, politiche e sociali, la promozione della cultura e della scuola in forma libera e non sorvegliata, la possibilità per ognuno di accedere alle cariche elettive… Valori che il fascismo negava e che la Costituzione immette in tutta la sua struttura di organizzazione della Repubblica. 

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato