Stop al vaccino J&J: per Brescia si bloccano 3.258 dosi

È la quota che spetta alla nostra provincia delle 184mila ferme a Pratica di Mare. Attesa per possibili cambi di fascia d’età
Il vaccino Janssen di Johnson&Johnson - Foto Ansa/Etienne Laurent © www.giornaledibrescia.it
Il vaccino Janssen di Johnson&Johnson - Foto Ansa/Etienne Laurent © www.giornaledibrescia.it
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Tutto da rifare. Meglio, da rimodulare. La campagna vaccinale anti Covid-19 rimodulata una settimana fa dal commissario straordinario Francesco Figliuolo rischia concretamente di aver bisogno di una ulteriore messa a punto. Ieri le autorità regolatorie degli Stati Uniti hanno ritirato a scopo precauzionale il vaccino Johnson&Johnson. E ieri, all’hub della Difesa a Pratica di Mare sono arrivate le prime 184 mila dosi del vaccino destinate all’Italia. Di queste, oltre 29 mila sarebbero state distribuite in Lombardia e 3.258 nel Bresciano. In tutto, nei prossimi mesi, saranno oltre 450mila.

Si può dire che, dall’inizio della campagna vaccinale a gennaio, quello di Johnson&Johnson è il farmaco più atteso proprio per la sua caratteristica di essere monodose. Significa che le fiale consegnate corrispondono realmente alle persone cui viene somministrato il vaccino, perché non serve il richiamo. Non a caso Massimo Lombardo, direttore generale dell’Asst (azienda sociosanitaria territoriale) Spedali Civili, nel primo giorno di apertura dell’Hub della Fiera di Brescia, ha parlato del «vantaggio massimo» che si avrà nella prosecuzione della campagna quando avremo il vaccino della casa farmaceutica americana Johnson&Johnson, creato nella filiale belga Janssen.

Il quarto vaccino contro il nuovo coronavirus approvato lo scorso 12 marzo dall’Ema, l’Agenzia europea dei medicinali e, subito dopo, dall’Agenzia italiana del farmaco. Pensando al vaccino di AstraZeneca, il cui uso preferenziale giovedì scorso è stato raccomandato per gli over 60 dalle autorità sanitarie italiane, il collegamento con Johnson&Johnson risulta quasi automatico.

Anche se in medicina gli automatismi sono pericolosi, è evidente che ci sono analogie tra il vaccino Covid AstraZeneca finito sotto i riflettori per i rari casi di trombosi riscontrati dopo la somministrazione e quello della Janssen, sospeso come misura cautelare dopo 6 casi riportati di coaguli di sangue. Del resto, il meccanismo d’azione dei due vaccini è identico: entrambi sono vaccini a vettore virale. Vi è attesa, per capire quanto e come si dovrà rimodulare la campagna.

Certo, se anche per Johnson Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e ministero della Salute dovessero raccomandarne l’uso per le persone con più di sessant’anni, in questa fase potrebbe essere anche positivo. Proprio nei giorni scorsi il commissario straordinario aveva stabilito che le Regioni dovessero terminare la somministrazione almeno della prima dose agli over 60 e alle persone fragili e vulnerabili. Nel Bresciano, l’obiettivo è immunizzare tutti gli over 60 (circa 300mila gli aventi diritto in tutta la provincia, esclusi gli over 80 che sono già stati vaccinati) entro la fine di giugno.

Certo, l’eventuale rimodulazione delle indicazioni d’uso di Johnson&Johnson avranno una pesante ricaduta anche sul resto della campagna vaccinale, quella che gradualmente e a scalare coinvolgerà tutta la popolazione, esclusi i minorenni. Basti pensare che da oggi a fine 2021 in Italia sono attese oltre 26,5milioni di dosi. Alla Lombardia ne spettano, in base alla popolazione, oltre 4,2 milioni, per finire alla provincia di Brescia alla quale dovrebbero essere consegnate circa 470mila dosi, che equivalgono a 470mila persone immunizzate. 

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