Stelle di San Lorenzo, prodigi del cielo tra storia e letteratura

Dalla regina egiziana Berenice alla morte di Giulio Cesare: per gli antichi c'era correlazione tra i movimenti astrali e i fatti sulla Terra
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Le stelle di San Lorenzo che, come ci precisano gli astronomi, non sono né stelle né cadenti, fanno parte di quegli svariati fenomeni celesti che anche gli antichi osservavano e studiavano. 

Certo, allora non c’era di mezzo San Lorenzo, il testimone della fede martirizzato nel 258 e commemorato oggi, il 10 agosto, ma era condivisa l’idea che i movimenti degli astri e i prodigi in cielo fossero non casuali, bensì significativi. Per esempio quelli che sarebbero accaduti nel 44 a. C. subito dopo la morte di Giulio Cesare: Virgilio racconta nelle «Georgiche» che il sole progressivamente si era oscurato, come se avesse voluto coprirsi per piangere l’assassinio, e l’umanità aveva temuto di essere condannata al freddo eterno. 

Oppure il poeta Lucano, nel descrivere nella «Pharsalia» la rovina delle guerre civili romane, giunge a paragonarle al caos che si creerà in cielo nel momento in cui il mondo arriverà alla conflagrazione finale: le costellazioni si scontreranno con altre costellazioni, astri di fuoco scenderanno in mare, la luna se ne andrà in direzione opposta a quella del sole, suo fratello. 

In altre parole, nel passato e nel futuro degli antichi c’era sempre il cielo ad accompagnare, nel bene e nel male, con i suoi prodigi, le vicende umane. Anche nel bene, perché quando la regina egiziana Berenice volle sacrificare un po’ dei suoi capelli per propiziare il lieto ritorno del marito da una guerra, gli astronomi scoprirono che i riccioli regali avevano subito un catasterismo: erano cioè stati trasportati in cielo dove erano andati a costituire una nuova costellazione, detta appunto la chioma di Berenice. E il re tornò sano e salvo dalla spedizione militare. 

C’è spazio nella poesia antica greca e romana anche per l’incanto e la suggestione davanti alle stelle e agli astri? Certamente sì, anche se le attestazioni non sono così abbondanti come lo sono i chiari di luna romantici nell’età moderna. Leggiamo tre frammenti di questo tipo nella poetessa Saffo: due ci parlano della luna splendente nella notte, e insieme della solitudine della poetessa nella notte ricca di stelle. Nella terza poesia, le stelle fanno una corona luminosa intorno alla bella luna: e Saffo gode di questa magica atmosfera.

 

 

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