Sostanze inquinanti dove sorgerà l’asilo nido di Bovezzo: al via la bonifica veloce

Colpo di scena nell’iter di realizzazione del futuro asilo nido comunale di via Canossi, accanto alla scuola media Vivaldi. Durante l’ordinaria procedura di indagine dell’area su cui sorgerà la struttura, per costruire la quale l’Amministrazione comunale ha ricevuto 1 milione e mezzo di contributo nell’ambito del Pnrr, sono state rinvenute tracce «abbastanza contenute», spiega il sindaco Sara Ghidoni, di inquinanti nel terreno: parliamo di zinco e fluoruri rintracciati nel primo e secondo metro scavato a partire dal prato.
Elementi che, «con ogni probabilità - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Antonio Bazzani - sono contenuti nelle terre che sono avanzate nel corso di lavori eseguiti negli anni ‘60 e ‘70, poi abbandonate su questo terreno di via Canossi. In quest’area, infatti, non ha mai avuto sede alcun tipo di attività aziendale o artigianale e non sono mai stati rilevati problemi di tipo ambientale».
L’operazione
La bonifica di queste terre di riporto costerà oltre mezzo milione di euro al Comune di Bovezzo, che ha già affidato i lavori di bonifica di una delle due aree interessate: quella, appunto, su cui sorgerà l’asilo (l’altra, più vicina alla cancellata, verrà bonificata in un secondo momento). Il costo dell’operazione sul primo lotto si aggira attorno ai 586 mila euro e, per sostenere questa spesa, l’ente locale ha acceso un mutuo con Cassa depositi e prestiti. «Dopo aver notato che alcuni elementi erano al di sopra dei limiti - spiega Ghidoni -, abbiamo fatto predisporre un progetto di analisi molto dettagliato tramite campionamenti e trincee, che è eseguito in parallelo anche da Arpa e che ha escluso la presenza di inquinanti più pericolosi, come l’amianto e gli idrocarburi».
La bonifica seguirà una procedura semplificata: la pulizia dagli inquinanti verrà fatta in maniera più veloce rispetto a quella che è la procedura ordinaria, in modo tale da ripulire l’area «e partire subito dopo, noi pensiamo ai primi di ottobre, con la costruzione del nido». Se i lavori non venissero appaltati entro il 30 novembre, infatti, il contributo Pnrr di 1 milione e mezzo verrebbe revocato.
«Semplificata non vuol dire meno approfondita - sottolinea il sindaco -: le analisi ci hanno permesso di constatare che a partire dal terzo metro di terra non ci sono sostanze nocive e, quando saremo arrivati a togliere dalla superficie i primi due metri, arrivando quindi alla terra pulita, resteremo fermi un mesetto per rifare le analisi». In totale sono 4mila i metri cubi che verranno scavati, analizzati e portati alla bonifica oppure in discarica per lo smaltimento.
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