Sondaggio Ipsos per il GdB: gli under 30 sognano una Brescia internazionale, inclusiva, green

Gli indecisi tratteggiano i desiderata, ma mancano ancora i programmi dei candidati sindaco
La Generazione Z  partecipa di più alla vita politica rispetto ai Millenials, più propensi all’astensionismo
La Generazione Z partecipa di più alla vita politica rispetto ai Millenials, più propensi all’astensionismo
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La sostenibilità batte tutto: in qualunque classifica (quella sull’orientamento per partiti, quella generazionale, quella per zone) sta in cima all’abaco che descrive le priorità. Ma pur partendo da un presupposto tutt'altro che scontato (ossia che a Brescia si vive non solo bene, ma meglio rispetto non solo al resto d’Italia ma pure rispetto al resto della Lombardia), oltre al fattore green ci sono altri aspetti sui quali - stando alle risposte degli intervistati - «si può dare di più». Un’analisi, questa, che offre più chiavi di lettura, a seconda dell’angolazione presa in esame e dagli occhiali indossati.

Giovani

La premessa è d’obbligo e racconta lo stato dell’arte: complessivamente, per il 61% degli intervistati la qualità della vita a Brescia è positiva. A contribuire a formare questa percentuale è sì il 76% dei simpatizzanti del centrosinistra, ma anche il 50% tondo di chi è vicino al centrodestra, il che denota una coerenza rispetto al quadro emerso nelle due pagine precedenti, che analizzano il gradimento relativo ai singoli temi. Ci sono però due categorie sulle quali i partiti tutti hanno puntato l’attenzione: i giovani e gli elettori di altre compagini, indecisi e astensionisti inclusi.

Capitolo uno: i giovani. Cosa vogliono gli under 30? Della sostenibilità si è già detto, ma chiedono anche una città più tranquilla (17 punti), più internazionale (14) e non semplicemente più europea (dicitura che si ferma a 5), più inclusiva (11), solidale e digitalizzata (7).

Ampliando il quadro, e anche sulla scia delle profilazioni dell’elettorato condotto nelle ultime tornate elettorali (le Politiche dello scorso settembre e le Regionali di febbraio), emergono evidenti differenze di atteggiamento verso la politica tra i giovanissimi (la Generazione Z, fino ai 26-27 anni) e i giovani adulti (i Millennials, tra i 27 e i 41 anni). La Generazione Z ha una visione più ottimista e fiduciosa, mentre i «fratelli maggiori», vale a dire i Millennials, sono molto più arrabbiati e percepiscono un sentimento di esclusione sociale. Ecco perché la GenZ ha attitudini simili alle generazioni più anziane, in particolare nell’interesse verso la politica: la risposta alla chiamata alle urne accomuna in sostanza nonni e nipoti. Le fasce di età intermedia, invece (27-41 anni) sono più propense all’astensionismo o a un voto di protesta.

In bilico

Questo dato era necessario per tracciare in parte l’identikit dei protagonisti del capitolo due: gli astensionisti, altra categoria sulla quale l’attenzione dei candidati è massima.

Tutti sanno bene che il verdetto delle elezioni di Brescia dipenderà per buona parte da cosa decideranno di fare loro: andare ai seggi o rimanere a casa, scegliere di votare oppure no. Cosa convincerebbe questa platea specifica e, soprattutto, rispetto alla Brescia di oggi, come vorrebbe che fosse la città del futuro?

Le risposte, nel sondaggio condotto da Ipsos, ci sono: in cima resta la sostenibilità, ma c’è anche il desiderio di un capoluogo «tranquillo e con meno caos», più solidale, più europeo e internazionale, ma anche maggiormente inclusivo. Tutti temi che si sovrappongono a quelli elencati anche dall’elettorato attivo e, almeno in parte, dichiaratamente schierato. Allora come mai resta così alta la percentuale di chi è incastrato in un giudizio sospeso, in bilico tra il desiderio di disertare le urne e l’indecisione su chi scegliere alla guida della Loggia per i prossimi cinque anni?

La risposta può sembrare banale, ma è tanto semplice quanto determinante per i prossimi passi: mancano (ancora) tutti i programmi. Nessuno dei sei papabili candidati sindaco (la certezza di tutti i nomi in campo si avrà solo sul finire di questa settimana, dopo il deposito delle liste), ad oggi, ha infatti presentato e reso pubblica la sua agenda programmatica per intero. L’alta presenza di rappresentanti che si fanno portavoce delle istanze ambientaliste c’è e qualche idea è stata comunicata, ma sempre e solo su temi spot. Manca, ad oggi, la bussola vera per convincere non tanto chi è astensionista per scelta, quanto chi si dichiara indeciso: c’è il contenitore (le coalizioni), ma manca il contenuto sul quale basarsi. Una partita ancora aperta, dunque. Per ora.

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