Soccorritori feriti col coltello da un paziente: ora arrivano le bodycam

Areu ha stanziato 1,4 milioni di euro, saranno assegnate ad ognuno degli 80 equipaggi
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BODYCAM PER I SOCCORRITORI
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Tra il 2020 e il 2021, a livello regionale, le aggressioni a personale sanitario durante il servizio di soccorso di emergenza e urgenza extraospedaliero sono cresciute in modo preoccupante e l’agenzia regionale emergenza urgenza, Areu, ha fissato il tema della sicurezza dei soccorritori come una delle priorità per il 2023.

Per questo è stata stilata una lista di interventi per limitare i rischi per medici, infermieri, autisti e volontari durante le situazioni operative: sia in termini di formazione che di dotazioni tencologiche.

Dallo scorso 20 luglio la regione Lombardia ha stanziato circa 1,4 milioni di euro per l’acquisto di bodycam che entro gennaio dovrebbero arrivare a tutte le 600 postazioni dei mezzi di soccorso, da quelli di livello base con solo personale delle associazioni a quelle intermedie con l’infermiere fino a quelle di livello avanzato che prevedono la presenza del medico rianimatore. Nella provincia di Brescia si tratta di una ottantina di basi operative. La mini telecamera dovrebbe essere indossata, con un apposito sostegno dal capoequipaggio e riprendere, sia audio che video, tutto quello che accade da quando viene accesa.

L’idea è quella di avere preciso riscontro delle reazioni delle persone, soprattutto quelle in stato confusionale o alterato ma anche avere una traccia di insulti e minacce verso i soccorritori. «Per ora nel bresciano non abbiamo registrato gravi episodi - conferma Marco Botteri, direttore dell’Aat 118 Brescia - ma le notizie di fatti più seri avvenuti nell’area dell’hinterland milanese hanno creato una certa apprensione e una nuova attenzione al tema».

Areu, in una conferenza stampa della scorsa estate, aveva spiegato come «le aggressioni sono state 33 nel 2020, 45 nel 2021 e nel 28 primo semestre del 2022», con un trendi di pericoloso incremento.

Formazione

Di pari passo con l’implementazione delle dotazioni tecnologiche vanno anche le iniziative per la formazione specifica di tutto il personale. Accanto dunque alle competenze tecniche per il soccorso e quelle mediche già patrimonio dei professionisti, sono stati previsti, e in parte anche già realizzati, corsi e seminari per la gestione dell’aggressività dei pazienti, per la valutazione delle situazioni di pericolo rispetto all’atteggiamento delle persone da soccorrere ma anche, e sono le situazioni più frequenti, in cui insulti e minacce arrivano da altre persone che si trovano a vario titolo nello «scenario di intervento».

Il caso di Bione, riportato di seguito, rappresenta un episodio limite, in cui è necessaria la collaborazione di tutti gli enti del soccorso, comprese le forze di polizia, per gestire in sicurezza l’intervento.

In provincia di Brescia comunque, per fortuna, quella di domenica sera è stata la prima situazione in cui i soccorritori sono stati feriti, seppur in modo lieve, con una arma e il fatto che si sia trattato di un paziente psichiatrico, pur imponendo massima attenzione, non è segnale di una fenomeno sociale come invece registrato in altre zone d’Italia.. In passato però non sono mancati pugni, spintoni e anche danneggiamenti, fortunatamente di poco conto, alle ambulanze e ai fuoristrada di Areu. Una tendenza che si spera di contenere.

L'ultimo episodio

L’episodio più recente, e più grave, di aggressione agli equipaggi del soccorso sanitario di urgenza si è registrato come già anticipato domenica sera a Bione. L’infermiera in servizio sull’automedica di Nozza di Vestone e l’autista del mezzo di soccorso di base che parte da Odolo sono stati feriti, per fortuna in modo lieve, dalle coltellate sferrate dal paziente psichiatrico che avevano avuto indicazione di raggiungere dalla centrale operativa regionale.

Sarebbe stato lo stesso ragazzo, un 25enne già conosciuto ma che non era mai stato violento verso gli altri, a chiedere aiuto. Ha chiamato il numero unico del soccorso spiegando di sentirsi agitato e di non riuscire a calmarsi e di non voler vedere nessuno. Evidentemente temendo per la sua stessa sicurezza dato che il ragazzo aveva già commesso atti di autolesionsimo, sono state inviate sul posto le squadre di emergenza tra cui appunto ambulanza e automedica.

Durante la delicata trattativa per convincere il paziente a lasciarsi accompagnare in ospedale e nelle fasi in cui è necessario stabilire se intervenire con la forza pubblica per immobilizzare e portare via il paziente, l’uomo ha afferrato un coltello da cucina e si è avventato sui soccorritori, ferendoli lievemente alle mani e alle braccia per una decina di giorni di prognosi.

Sono stati i carabinieri a bloccarlo. Resosi conto di quanto aveva appena commesso però è stato lo stesso paziente ad acconsentire a farsi ricoverare in psichiatria ed è stato richiesto l’intervento di un terzo mezzo, l’automedica di Gavardo, che ha trasferito il ragazzo, scortata dai carabinieri. Per lui anche la denuncia per lesioni e resistenza.

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