Si rompe la gamba sulla giostra: causa da 15mila euro agli alpini

Vittima dell'infortunio è un bambino di 5 anni a cui sono stati riconosciuti 5 punti di invalidità. Ma il gruppo alpini è senza fondi
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Hanno più di quindicimila motivi per non dormire sonni tranquilli gli alpini di Ciliverghe. Tanti quanti gli euro di risarcimento chiesti dalla famiglia di un bambino infortunatosi sulla giostra presente all’interno della sede delle penne nere del paese dell’hinterland. 

Il conto presentato spaventa più di qualsiasi altra missione: 15.600 euro. Una cifra che mette in ginocchio il gruppo di alpini che da sempre fa del volontariato la propria bandiera e che in cassa non dispone di una somma capace di coprire la richiesta di danni. «La situazione è davvero critica» ammette l’avvocato Marino Colosio, legale della sezione alpini di Ciliverghe. Oltre al danno, anche la beffa: il padre del bambino è un alpino tesserato proprio per la sezione di Ciliverghe. «Dopo i fatti non l’ho più visto» spiega Ermanno Masserdoni, presidente delle penne nere locali.

Ma c’è di più: solo una settimana fa la famiglia del bimbo aveva presentato una richiesta danni di 9mila euro, lievitata a 15mila in pochi giorni. 

L’infortunio era avvenuto l’8 giugno 2013 con protagonista un bambino di 5 anni che faceva parte di un gruppo che, alla presenza dei genitori, aveva deciso di festeggiare la fine della scuola. «I genitori sono sempre presenti, perché noi non possiamo controllare ogni bambino» precisa Masserdoni. La festina prosegue senza intoppi fino a quando il pianale della giostra cede e il bimbo rimane incastrato con una gamba. Portato in ospedale, la diagnosi parla di frattura della tibia con la famiglia che nel periodo di riabilitazione affrontato dal piccolo, durato quattro mesi, avrebbe sostenuto spese mediche per 233 euro. Una cifra che gli alpini di Ciliverghe avrebbero voluto e potuto risarcire ai genitori del bambino, ma quest’ultimi hanno scelto di intraprendere le vie legali e attraverso l’avvocato Mauro Zambelli hanno presentato una causa civile con relativa richiesta di risarcimento per i danni permanenti riportati dal piccolo.

Un conto fuori portata per le casse degli alpini che hanno incassato anche il rifiuto da parte della loro assicurazione di contribuire al rimborso. Il nodo assicurativo. Il gruppo Zurigo assicurazione ha infatti fatto sapere alle penne nere che «trattandosi di un fatto accidentale, non copre il danno». Sarebbe stato proprio il mancato risarcimento dell’assicurazione a far scattare la causa in sede civile. 

«I genitori del bambino ci hanno sempre ripetuto che non volevano soldi dagli alpini, poi invece visto che l’assicurazione ha detto di non poter pagare si sono rivolti a noi» è il pensiero di Masserdoni. A pesare sul risarcimento sarebbero i cinque punti percentuali di invalidità riconosciuti dal perito di parte al bambino ferito. E per gli alpini adesso arriva il difficile, come conferma il presidente del gruppo di Ciliverghe. «Non sappiamo proprio come pagare. Noi facciamo tutto per beneficenza e non abbiamo soldi in cassa».

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