Si barrica in casa con il figlio: «Avevo studiato tutto per non fare del male a nessuno»

Il padre durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto ha spiegato le sue ragioni: «Volevo stare con lui per il suo compleanno»
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SEQUESTRA IL FIGLIO: "CHIEDO SCUSA"
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I fatti sono quelli. Non c’è molto da aggiungere. Solo precisazioni per mostrare, a suo dire concretamente, come avesse studiato tutto in modo che nessuno si facesse male. E in effetti non ci sono stati feriti, suo figlio è sempre stato bene e si ritiene che non abbia mai corso un reale pericolo.

Nell’interrogatorio di ieri mattina in carcere Marius, il 34enne rumeno che mercoledì pomeriggio ha strappato il figlio di 4 anni dalle braccia dell’assistente sociale che lo aveva accompagnato all’incontro protetto e che poi si era barricato in casa per 16 ore, ha risposto alle domande del Gip, ha ripercorso i fatti confermando la ricostruzione che se ne era fatta subito dopo la denuncia dell’operatrice dei servizi sociali.

Assitito dall’avvocato Alberto Scapaticci e dalla collega Chiara Belandi l’uomo ha chiarito di aver premeditato il gesto in modo che non ci fossero rischi. «Il mio assistito ha perfettamente compreso la naturta del suo gesto e le implicazioni giudiziarie che avrà, gli vengono contestati oltre al sequestro di personale anche la detenzione di armi e le minacce, ma noi vorremmo che al di là delle questioni tecniche sulla vicenda questo caso possa servire per riflettere sul diritto naturale degli uomini e delle donne di stare con i propri figli, che si affronto culturalmente, andando alla radice, questo enorme tema» ha spiegato Scapaticci.

L’arma

Per sostenere la sua tesi Marius ha ribadito che la pistola è sempre stata senza il caricatore inserito e che per non spaventare il bambino non l’ha puntata contro l’assistente sociale ma gliela ha solo aperto lo zaino in cui era contenuta. «Appena è arrivato a casa con il bambino ha mandato un messaggio all’assistente sociale, si è scusato per averla spaventata e le ha spiegato le motivazioni del suo gesto - ha spiegato ancora il legale - chiedere di acquisire questi messaggi, riteniamo che la sua posizione sia comprensibile anche se non giustificabile».

Il movente

A far scattare l’azione insensata non sono state solo le tensioni con la madre del bimbo, in ballo c’era anche una data particolare: «Marius voleva passare il compleanno con suo figlio, era il suo desiderio più grande e nel frigo della casa era già pronta una torta» ha spiegato ancora l’avvocato. In quasi un’ora di interrogatorio il 34enne rumeno ha voluto anche ringraziare il negoziatore dei carabinieri, il luogotenente Mirko Gatti «ha capito la mia situazione» e per l’avvocato Scapaticci è importante «capire che si tratta di un sequestro di amore e non di un sequestro di odio. Il mio assistito si rende conto di quello che ha fatto e spiegato al giudice di aver premeditato l’azione. In questa vicenda il fatto umano è priminente rispetto al dato tecnico giudiziario».

La Procura della repubblica ha chiesto la convalida dell’arresto e il mantenimento della custodia un carcere mentre i difensori hanno chiesto una misura meno afflittiva. Il giudice si è riservato la decisione e solo nelle prossime ore si conoscerà il destino del padre diventato sequestratore.

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