Sfida per la Provincia, il centrodestra tenta il ribaltone

Sarà sfida all’ultimo voto. Il centrodestra è convinto di poter mettere in atto il «ribaltone» già accarezzato due anni fa, conquistando la maggioranza del consiglio provinciale e mettendo sotto scacco il presidente Samuele Alghisi. Il centrosinistra ha lavorato per mesi a una lista unitaria: risultato raggiunto con l’obiettivo di ottenere il pareggio, 8 consiglieri a 8, con la maggioranza garantita dal voto del presidente, il cui mandato scadrà tra un anno.
Intanto, tra le conseguenze della riforma Delrio (quella che nel 2014 ha trasformato le Province in enti di secondo livello), c’è il rinnovo del consiglio provinciale, appuntamento elettorale «disallineato» rispetto al voto del presidente. Ieri mattina, all’ufficio elettorale in Broletto, sono state depositate le due liste (che devono essere composte da sindaci o consiglieri comunali). In linea teorica c’è tempo fino ad oggi alle 12 per presentare una lista (servono almeno 129 firme tra sindaci e consiglieri). Ma il prossimo 18 dicembre sarà sfida a due.
Il centrodestra ha confermato nome e simbolo del 2019: la lista si chiama «Centrodestra in Provincia» e punta a eleggere 9 consiglieri visto che negli ultimi due anni molte amministrazioni pesanti hanno cambiato colore, conquistate dal centrodestra (Lumezzane, Orzinuovi, Concesio, Rezzato, Iseo). La Lega avrà in lista 5 nomi, tra cui il segretario provinciale Alberto Bertagna (consigliere-assessore a Calcinato), il capogruppo a Brescia Massimo Tacconi (che potrà contare sui voti pesantissimi dei suoi consiglieri in Loggia), Roberta Sisti, sindaca di Torbole Casaglia, e il lumezzanese Giacomo Zobbio. Quattro i nomi di Fratelli d’Italia che punta a far eleggere Gianpaolo Natali (capogruppo in Loggia) e Daniele Mannatrizio (vicesindaco a Castel Mella), mentre Cristina Almici ha deciso di fare un «passo indietro». Forza Italia schiera tre nomi: spicca Paolo Fontana, segretario cittadino del partito e consigliere a Brescia.
Le componenti civiche esprimono quattro candidati: puntano alla conferma le consigliere provinciali uscenti Nicoletta Benedetti (consigliera a Longhena, peroniana, nel 2018 candidata alle regionali nella Civica Fontana) e Mariateresa Vivaldini (sindaca di Pavone Mella), già assessore provinciale con Molgora.

Il centrosinistra nel 2019 si era presentato con due liste: «Comunità e Territorio» e «Provincia Bene Comune». Quest’anno è riuscito a fare sintesi (anche nel nome, «Territorio Bene Comune») tra le diverse componenti, presentandosi nella versione ampia, da Italia Viva a Sinistra Italiana. Sui 16 nomi in lista, metà sono del Pd, a partire dai consiglieri provinciali uscenti Antonio Bazzani, Filippo Ferrari e Diletta Scaglia. Ha scelto di non ripresentarsi Giovanbattista Sarnico, sindaco di Ospitaletto, mentre c’è Gianluca Cominassi, primo cittadino di Castegnato. La sinistra (Provincia Bene Comune) punta sulla riconferma di Marco Apostoli, Brescia per Passione schiera il primo cittadino di Sellero Giampiero Bressanelli (altro consigliere provinciale uscente). Tra le componenti civiche va sottolineata la presenza di Massimo Vizzardi, sindaco di Chiari, sostenuto dalla Rete Civica Bresciana.
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In lista anche il vicepresidente uscente Guido Galperti, consigliere in Loggia con la Civica Del Bono. Il meccanismo. Si voterà sabato 18 dicembre, dalle 8 alle 20, nell’unico seggio allestito al Cfp Zanardelli di via Gamba. Come ormai avviene per la quarta volta dal 2014 (il consiglio dura in carica due anni) non voteranno i cittadini, ma i 2.572 sindaci e consiglieri comunali bresciani, con il meccanismo del voto ponderato: il voto di ciascun amministratore sarà proporzionale alla grandezza del proprio Comune. I municipi bresciani sono stati divisi in cinque fasce demografiche. Il voto degli amministratori dei paesi più piccoli (meno di 3mila abitanti) peserà per 12 voti ponderati. Quello dei consiglieri comunali del capoluogo, varrà 485 voti ponderati. Quaranta volte tanto.
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