Se il Pugile seduto incontra la Vittoria Alata: l'esposizione

Dal 12 luglio al 29 ottobre la mostra costruirà un dialogo a distanza ravvicinata tra due capolavori della scultura antica
La Vittoria Alata incontrerà il Pugile seduto
La Vittoria Alata incontrerà il Pugile seduto
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La lotta e la resilienza, da una parte; la bellezza che salva e che cura, dall’altra. E la vittoria che premia chi è riuscito a resistere, puntando sulla propria forza, fisica ma soprattutto morale. C’è anche questo messaggio simbolico - un forte rimando al periodo della pandemia e del lockdown, e alla reazione delle comunità di Brescia e Bergamo, le più colpite dalla prima ondata del Covid - nella mostra «Il Pugile e la Vittoria» che dal 12 luglio al 29 ottobre costruirà un dialogo a distanza ravvicinata tra due capolavori della scultura antica: la bresciana Vittoria Alata e il Pugile seduto, in prestito dal Museo Nazionale Romano.

L’allestimento

Con il naso rotto in evidenza, le ferite sugli zigomi e sulle mani, lo sguardo rivolto verso l’alto, forse ad ascoltare i suggerimenti dell’allenatore, forse ad attendere il verdetto della giuria al termine dell’incontro sportivo, il Pugile - opera in bronzo di epoca ellenistica (II-I secolo avanti Cristo), anche se c’è chi lo attribuisce addirittura a Lisippo, retrodatandolo al IV secolo - è una figura ancora misteriosa. E su questo mistero giocherà l’allestimento ideato dall’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, che nell’aula da egli stesso progettata per ospitare la Vittoria nel Capitolum ha immaginato uno spazio astratto e simbolico. Le due opere saranno infatti separate da un pannello in vetro riflettente che «catturerà» le immagini dei visitatori, che diventeranno loro stessi tramite di dialogo tra le due opere. Il Pugile, ripiegato su se stesso, vivrà in uno spazio suo, tutto umano. A poca distanza la Vittoria, nella sua astrazione divina, simbolo della ripresa nel segno della bellezza e della civiltà, «illuminerà» l’ambiente con la sua regalità intatta nei secoli.

La storia

Curiosamente le due opere, pur appartenendo a due epoche ed ambienti lontani tra loro (un’officina probabilmente bresciana per la Vittoria, opera del I-II secolo dopo Cristo; un autore e maestranze greco-ellenistiche per il Pugile) condividono tratti simili nella loro storia recente. Della Vittoria sappiamo che, rimasta nascosta per oltre 1500 anni in un’intercapedine dietro il Capitolium fu riportata alla luce nel 1826 nel corso degli scavi archeologici avviati esattamente duecento anni fa dall’artista e archeologo bresciano Luigi Basiletti (di cui si celebrano la figura e l’opera nella mostra allestita fino al 3 dicembre a Palazzo Tosio, a Brescia).

Il Pugile, tra i capolavori custoditi a Palazzo Massimo, una delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano, fu ritrovato alla fine dell’800 nel corso di lavori edili nella capitale, assieme al Principe ellenistico con cui è solitamente esposto in coppia. Come la Vittoria, impreziosita da dettagli realizzati con intarsi in argento, anche nel Pugile l’utilizzo di leghe con percentuali differenti di metallo dà effetti di policromia che ne rafforzano il naturalismo.

Il progetto

A Brescia, la statua sarà esposta su un nuovo basamento, che resterà poi in dotazione all’opera, realizzato grazie alla progettazione di Capoferri (la stessa azienda del basamento della Vittoria), sponsor tecnico assieme ai Guzzini che cureranno il progetto di illuminotecnica dell’esposizione. Main sponsor dell’evento è Intesa San Paolo. Ma l’esposizione è stata resa possibile dall’incontro tra le due realtà coinvolte nel progetto, in occasione di un convegno internazionale a Paestum. «Dialogando con Stephane Verger, direttore del Museo Nazionale Romano - ricordava la presidente di Brescia Musei, Francesca Bazoli, in occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto - è venuto quasi spontaneo immaginare un incontro tra la nostra Vittoria e il Pugile, la statua più bella, misteriosa ed evocativa della collezione. E la risposta del direttore, "perché no?" è stata una piacevole sorpresa». «L’opera era già stata in mostra alle Scuderie del Quirinale nella riapertura dopo il lockdown, come simbolo di ripresa per Roma e per il Paese al termine di una lotta tremenda - aggiungeva Verger -, e ci è sembrato doveroso portare questo messaggio a Brescia Capitale della Cultura».

Nuovi orari

In occasione della mostra il parco archeologico «Brixia» allungherà anche gli orari di apertura: resterà infatti accessibile al pubblico tutti i giorni (escluso il lunedì) fino alle 20, e il venerdì, sabato e domenica fino alle 22. Il percorso all’aperto tra Capitolium e Teatro è ad ingresso libero, mentre è previsto un biglietto d’ingresso per visitare la Quarta Cella e il Capitolium con la mostra, che restano gratuiti per i residenti a Brescia. Ingressi contingentati, prenotazioni già aperte sul sito bresciamusei.com.

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