Scuola, rebus quarantene: a Brescia a casa in 400

A oggi, la durata dell'isolamento varia in base a se si è vaccinati o no. Il governo sta valutando una riduzione a cinque giorni
Studenti in classe con le mascherine - Foto © www.giornaledibrescia.it
Studenti in classe con le mascherine - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sedici classi e oltre quattrocento ragazzi in quarantena nella provincia di Brescia, a partire dalla scuola dell’infanzia fino all’ultimo anno delle superiori. A due settimane dall’inizio dell’anno scolastico, la situazione è a geografia variabile. Sì, perché le quarantene, che non risparmiano nessuno se in classe c’è un contagiato dal SarsCov2, si differenziano però in base a vaccinati e a non vaccinati. Ma per evitare il caos il governo sta pensando di ridurne la durata a cinque giorni.

Dagli ultimi dati regionali, è vaccinato l’85% delle persone della fascia di età 12-19. Intanto, un punto fermo: come è noto, i vaccini ad oggi autorizzati si possono somministrare dai dodici anni in su. Dunque, è escluso tutto il vasto mondo degli asili nido, delle scuole dell’infanzia, della primaria e dell’inizio della secondaria di primo grado. Per i più piccini, dunque, la durata ufficiale della quarantena è uguale per tutti (salvo, ovviamente, complicazioni legate ai singoli casi). Per gli altri, personale scolastico compreso, si differenzia a seconda che le persone siano vaccinate oppure no.

Tutta la classe viene messa in quarantena (si veda il caso di Limone del Garda, dove da venerdì sono addirittura chiuse le scuole) e viene fatto il tampone dopo sette giorni ai vaccinati e dopo dieci ai non vaccinati. Questo significa che in una stessa classe ci possono essere ragazzi che tornano in presenza dopo una settimana, altri dopo dieci giorni. Con buona pace della volontà di mandare in soffitta il più possibile la didattica a distanza.

Anche per questa ragione, il governo ha intenzione di cambiare le regole, forse già in settimana. Tra le ipotesi, ci sono sia la riduzione dei giorni (cinque per i vaccinati) sia la limitazione delle persone che sono obbligate a restare a casa in isolamento. Allo studio la possibilità di mettere in quarantena solo lo studente contagiato e i suoi stretti compagni di banco. Quando? Si attende la valutazione del Comitato tecnico-scientifico che adotta la linea della prudenza. «A scuola le interazioni sono continue, non si resta fermi al proprio banco: è vero che non ha senso mettere in quarantena tutta la scuola per un caso positivo, non è nemmeno ragionevole mettere in quarantena un solo studente della classe. Per la qarantena, si può integrare con i tamponi e, in caso di negatività, si torna in classe» ha detto il coordinatore del Cts Franco Locatelli. 

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