Scuola, pronto il piano della Loggia: «Tutti in aula»

Dai nidi alle medie nessuna lezione all’esterno. Sì a mense o pasti in classe. Aree pedonali agli ingressi e 40 educatori in più
RITORNO IN CLASSE, POCHE CERTEZZE
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Nessuna lezione in container, teatri, oratori o musei. E nessuna didattica a distanza. Mentre in Italia i presidi lamentano la mancanza di 20mila aule, il piano-scuola del Comune di Brescia consentirà di ripartire garantendo a tutti gli alunni un posto in classe.

Sarà anche potenziato il personale, con una quarantina di assunzioni per nidi e materne. «Fatti due conti - spiega l’assessore al bilancio e all’istruzione di palazzo Loggia Fabio Capra - la ripartenza della scuola, dai nidi alle medie, ci costerà 2,5 milioni di euro in più. Stiamo lavorando da tre mesi al piano, grazie all’impegno dei settori istruzione ed edilizia e alla collaborazione concreta e costante con i dirigenti scolastici e il provveditore Giuseppe Bonelli. Siamo pronti. Con qualche preoccupazione in più rispetto al passato. Ma fiduciosi».

La Loggia gestisce 11 asili nido e 21 scuole dell’infanzia. In tutto gli iscritti per il prossimo anno scolastico sfiorano i 2mila. Poi c’è la scuola dell’obbligo, primaria e secondaria di primo grado, vale a dire elementari (39) e medie (21), con 12.605 iscritti. Qui la gestione didattica è affidata all’Ufficio scolastico provinciale, la Loggia si occupa degli immobili, della logistica e dei servizi (mensa, prescuola, trasporto). Il piano ripartenza è di fatto pronto. Restano due incognite: gli insegnanti (non pochi posti potrebbero restare scoperti) e gli orari. Il 28 agosto si terrà una riunione tra Loggia e dirigenti scolastici per affinare i dettagli. 

Partiamo dai più piccoli. La riorganizzazione in questo caso non può far leva sul «distanziamento sociale». Si punta sul concetto di «bolle sociali stabili», vale a dire ciascuna sezione isolata rispetto alle altre. Si partirà il 7 settembre e tutti i nidi e le scuole dell’infanzia comunali «potranno riprendere l’attività con orario invariato rispetto agli anni scorsi, compresi i servizi di tempo anticipato e prolungato» spiega Capra. Dove necessario gli spazi sono stati adeguati, con nuove passerelle per diversificare gli accessi ed evitare assembramenti all’ingresso e all’uscita. Previsti gazebo e zone triage dove misurare la febbre, mascherine, guanti e visiere (7mila donate da Ats) per le educatrici. Per i nidi previsto poi il potenziamento dell’organico (11 part-time e 11 figure jolly), così da garantire orario anticipato e prolungato senza mescolare le «bolle». Stessa operazione alle materne, con la dotazione di 18-20 figure jolly, vale a dire che possano spostarsi da una scuola all’altra. 

Qui va garantito un metro di distanza tra alunni. Si sono quindi verificati gli spazi aula per aula e poi si è intervenuti dove necessario: si sono abbattute tramezze per ricavare aule più grandi (come alle elementari Alighieri, Calini e Boifava), oppure si sono trasformati laboratori in aule. Sono stati comprati 1.500 banchi piccoli per garantire le distanze. Solo in due casi gli alunni dovranno essere spostati dalla loro sede naturale: l’unica sezione della scuola dell’infanzia Diaz sarà spostata all’Ungaretti di viale Piave, che dista poche centinaia di metri, mentre l’immobile di via Diaz resterà dedicato all’elementare; le 7 classi più numerose della primaria 28 maggio di via Zadei saranno invece spostate nella media Lana, stesso plesso e stesso ingresso, senza disagi per alunni e genitori.

In generale, per evitare assembramenti saranno organizzati più accessi in ogni scuola (sistemando gli ingressi carrai) e si valuterà coi dirigenti scolastici se scaglionare gli ingressi. Il settore mobilità sta inoltre lavorando per implementare la pedonalizzazione intorno ad alcune scuole (le «strade scolastiche» sperimentate lo scorso anno), così da ampliare gli spazi in attesa della campanella.

Anche nelle 36 scuole che offrono il servizio, bisognerà garantire il distanziamento. I refettori saranno allestiti con banchi monoposto, così da otttimizzare gli spazi, ridurre i turni in mensa e limitare il consumo del pasto in classe. «È in corso lo studio sulla capienza dei refettori» spiega Capra. Da valutare anche il numero di turni e se consumare il pasto con pluri-porzioni o monoporzioni. In un solo caso (la primaria Boifava) il refettorio sarà usato per la didattica.

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