Scritte e insulti alla Gintoneria in Carmine: «Denunciamo»

Ogni due settimane sul muro esterno del locale nuovi imbrattamenti
L'ingresso della Gintoneria imbrattato - © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso della Gintoneria imbrattato - © www.giornaledibrescia.it
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Si sentono nel mirino e il barattolo di vernice conservato nel locale ne è una prova: da quando hanno aperto un anno fa, i due gestori della «Gintoneria del Carmine in via Battaglie devono ciclicamente ricoprire con la pittura le poco amichevoli scritte lasciate sul muro esterno da un anonimo imbrattatore.

Costante, nelle frasi, il riferimento a una presunta trasformazione del Carmine da zona popolare a quartiere borghese, che per lui, o per lei, è connessa per qualche ragione al locale: «La gentrificazione vi ha dato un bel mestiere», è una delle ultime scritte.

Ma mercoledì notte il registro è cambiato. La mattina dopo i titolari hanno trovato ai lati dell’ingresso due frasi allarmanti: «Gintoniere fascio infame» e «Tutto si risolve in Piazzale Loreto». Quest’ultima è una macabra reinterpretazione del motto del locale, impresso sulla serranda: «Tutto si risolve con un Gin tonic».

Il legame tra la professione del «gintoniere» e quella di fede fascista non è chiaro, mentre il riferimento alla piazza milanese in cui fu esposto il cadavere di Mussolini suona inquietante. «Ormai sta andando oltre lo scherzo - dice uno dei due gestori -. Praticamente ogni due settimane troviamo delle scritte. Non abbiamo prove certe ma crediamo di sapere chi sia, un abitante della zona. Abbiamo le immagini delle telecamere, anche se non lo si riconosce chiaramente».

Una vessazione che continua dall’inaugurazione, notata anche dai residenti: «Un giorno una signora del quartiere mi ha chiesto cosa stesse accadendo - continua -, era preoccupata».

Ora i due titolari hanno presentato una denuncia ai Carabinieri, ai quali verrà fornita anche la testimonianza di una persona che ha assistito a uno degli ultimi imbrattamenti. «Chi ci indirizza queste scritte è mosso da invidia e opinioni politiche sbagliate - conclude il gestore -. Vuol portare problemi dove non ce ne sono: noi facciamo le cose per bene, abbiamo anche dei buttafuori che dopo chiusura mandano via le persone per tutelare la quiete. Stiamo garantendo sicurezza e buone frequentazioni».

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