Salvare la montagna: dai prof ai giovani una legge per arginare lo spopolamento

Dal Governo primo via libera al disegno di legge Calderoli: «Definizione chiara di cosa è territorio montano»
PRIMO OK ALLA LEGGE SULLA MONTAGNA
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Lo spopolamento della montagna non è certo una novità, è anzi un fenomeno che dura da decenni. E da decenni si cercano soluzioni per arginarlo. Il nostro territorio non fa certo eccezione, se guardiamo l’ultimo decennio vediamo che i bresciani tendono sempre più a vivere in comuni già di grandi dimensioni, abbandonando (appunto) quelli piccoli, soprattutto montani.

A livello nazionale un segnale positivo, per contrastare questo fenomeno, arriva dal primo ok, in via preliminare, dal Consiglio dei ministri al disegno di legge per il riconoscimento e la promozione della zone montane, cui sta lavorando il ministro degli Affari regionali e autonomie Roberto Calderoli. «Un provvedimento che finalmente andrà a colmare una lacuna del nostro ordinamento: infatti oltre il 35% dei territori italiani è montano, ma manca una precisa definizione di cosa è la montagna. Con questa legge puntiamo a risolvere la problematica, introducendo misure importanti a sostegno dei territori», ha sottolineato Calderoli. «L’obiettivo è riconoscere e promuovere le peculiarità delle zone realmente montane - ha proseguito -, assicurando la tutela dei diritti civili-sociali in quei territori e garantendo un reale godimento dei servizi pubblici essenziali ai cittadini come scuola e sanità».

Snodo fondamentale è fissare in maniera chiara, oggettiva e definitiva cosa è montagna, sembrerebbe scontato, invece non è così. Tra le iniziative che verranno infatti messe in campo con la legge c’è anche la stesura di un «Elenco dei Comuni montani» sulla base di parametri come l’altimetria e la pendenza, parametri ancora da fissare nel merito. Da precisare che in base ai parametri attuali sarebbero oltre 4mila i comuni italiani definiti totalmente o parzialmente montani: c’è inclusa, per esempio, anche Genova. Il ministro Calderoli ha sottolineato quanto sia inaccettabile che il 55% dei Comuni ricevano sostegno perché di montagna, mentre quelli reali sono il 35%, risorse mal indirizzate quindi.

Entrando nel dettaglio, sono previste una serie di agevolazioni per i docenti che prestano servizio presso le scuole di montagna. Si prevede infatti l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo ai fini delle graduatorie provinciali di supplenza per gli insegnanti «che abbiano prestato servizio nelle scuole di montagna, ricadenti in territori montani che presentino una situazione di particolare disagio socio - economico». Al personale scolastico che presta servizio nelle scuole di montagna sarà inoltre concesso un credito d’imposta per la locazione di immobili, così da ristorare una parte delle spese d’affitto sostenute.

Sono inoltre previste agevolazioni per i giovani under 40 che scelgano di avviare un’impresa o di acquistare l’abitazione principale in montagna. Non solo, sono previste anche misure in favore delle imprese che promuovono il lavoro agile. C’è anche la sanità di montagna, «con la previsione di modalità per valorizzare l’attività prestata dagli esercenti le professioni sanitarie, ai fini della partecipazione alle procedure concorsuali presso le aziende del Servizio sanitario nazionale e per l’assunzione di incarichi nell’ambito delle aziende e degli enti medesimi». Si afferma inoltre che la «copertura dell’accesso ad internet in banda cosiddetta ultra-larga rappresenta una priorità per lo sviluppo socioeconomico dei territori montani, con specifico riguardo ai Comuni a maggiore rischio di spopolamento». Sperando che tutto questi diventi presto realtà.  

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