Rsa, la crisi presenta il conto agli anziani e alle loro famiglie
C’è una lista, e si attende. Se si è anziani, per avere un posto letto in una Rsa e si sale in cima alla lista solo se le condizioni di salute sono molto compromesse. Tutti gli altri, attendono per una visita specialistica, per un esame diagnostico e per un intervento chirurgico. Anche per il medico di famiglia. Se c’è urgenza, i tempi dovrebbero ridursi, ma è evidente che la linea che separa le cure differibili dall’urgenza si riduce sempre più in proporzione all’attesa.
In questi primi giorni del nuovo anno la preoccupazione, una delle molte in verità, riguarda le Rsa, le residenze sanitarie assistenziali che in provincia di Brescia ospitano più di ottomila anziani.
La crisi
L’aumento delle bollette (sette realtà su dieci hanno chiuso il 2022 in perdita), i problemi a reperire personale in numero e qualità adeguati ad un compito delicatissimo qual è la cura e l’assistenza alla persona hanno costretto gran parte delle strutture bresciane ad aumentare di due euro al giorno, sessanta al mese, la retta a carico dei familiari. Nel frattempo, i gestori continuano a bussare alle porte della Regione affinché vi sia un adeguamento della quota sanitaria. Ed è proprio leggendo le regole 2023 per il settore sociosanitario lombardo, approvate dalla Giunta alla vigilia di Natale, che salta all’occhio un dato: per numero di posti letto a contratto (in convenzione con il Servizio sanitario) riferito alla popolazione over 75 il territorio che afferisce all’Asst Spedali Civili è in diciottesima posizione, con 405 letti ogni diecimila over 75, sulle 24 Aziende sociosanitarie territoriali regionali.
In posizioni migliori troviamo la Valcamonica (677 posti letto ogni diecimila) e il Garda (614 posti). Nel territorio della Franciacorta i posti sono 439, sempre ogni diecimila persone con più di 75 abitanti.
Lo squilibrio
Se si fa riferimento alla popolazione con più di 65 anni, la percentuale maggiore di letti nelle Rsa lombarde è collocata nei territori con un numero minore di popolazione totale residente: 4,10% Montagna, 4,36% Valpadana e 4,46% Pavia. La dotazione complessiva dovrebbe essere di 2,82 posti ogni cento anziani residenti; il dato medio regionale è di 2,87%. Brescia ne ha 2,80. Se si confronta il quadro con il resto dell’Europa, solo la Grecia, con 1,8 posti ogni cento anziani, è al di sotto del nostro Paese.
Non tutti. È ovvio che non tutti gli over 75 richiedono un ricovero in una struttura sanitaria residenziale, ma l’andamento demografico è spia dell’inadeguatezza di un’offerta di posti letto a contratto con l’Agenzia di tutela della Salute: negli ultimi cinque anni nella nostra provincia gli anziani sono aumentati di tredicimila unità, raggiungendo quota 130mila. Alcuni studi stimano che, per mantenere costante il rapporto tra posti letto nelle Rsa e popolazione ultra 65enne, bisognerebbe aumentare la dotazione regionale di oltre 20mila posti da qui al 2030.
Al contrario, la copertura dei posti pubblici non sembra tenere il passo con le dinamiche dell’invecchiamento. Prova ne siano le liste d’attesa più o meno lunghe secondo i contesti territoriali. Si direbbe, dunque, che in Lombardia la strada imboccata per rispondere al maggior bisogno nell’ambito di una minor capacità di risposta pubblica sia l’aumento dei posti di solvenza.
Le Rsa a pagamento
A riempire il vuoto ci pensano i grandi gruppi finanziari, nazionali e internazionali, che realizzano Residenze sanitarie private. Solo in città, alle due strutture presenti (residenza Vittoria che offre anche alcuni posti in convenzione e Rsa al Parco delle Cave, l’ultima nata) se ne dovrebbero aggiungere altre, come quella in progetto per lo stabile dell’ex Ospedale Sant’Orsola. In questo ultimo caso, non si dovrebbe trattare di una Rsa nel senso classico del termine, ma una residenza protetta per persone che mantengono una loro autonomia. Posti letto, o appartamenti, «in solvenza», quelli in cui la persona paga per intero il servizio con tariffe che partono dai tremila euro al mese in su.
Nel Bresciano le cento Rsa offrono 8.150 posti letto, di cui 1.080 non convenzionati con la Regione, dunque a pagamento. Il numero di questo ultimi è aumentato del 25% negli ultimi cinque anni, mentre quelli a contratto sono cresciuti di pochi punti percentuale.
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
