Rissa in via Corfù, «motivi futili. Non c'è faida tra clan»

Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, rivela i risultati dell'inchiesta su quanto avvenuto la scorsa settimana a Brescia Due
VIA CORFU', NESSUNA FAIDA
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La rissa scoppiata in via Corfù lo scorso 4 luglio non sarebbe scaturita da rivalità tra clan pakistani per il controllo del mercato della droga. È il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, a rivelare i risultati cui sono giunti gli inquirenti che stanno indagando sugli avvenimenti della scorsa settimana a Brescia Due, sfociati nell’incendio di un auto dei partecipanti alla zuffa che ha poi distrutto anche la macchina di un residente della zona. Sarebbe l’apprezzamento verso la compagna di uno dei giovani poi fermati ad aver scatenato la lite.

Del Bono si è congratulato con le forze dell’ordine e la Questura per l’efficacia e tempestività della risposta a quanto avvenuto: l’espulsione di due stranieri coinvolti nella rissa più un terzo fermato successivamente e la chiusura del bar Coccinella.

Ha quindi risposto alle critiche arrivate dalla parlamentare della Lega, Simona Bordonali, che è anche consigliere comunale, che aveva attaccato il sindaco definito «l'unico a non voler rendersi conto che Brescia non vuole più saperne di risse e incendi d'auto».

«Sono critiche strampalate di chi occupa un doppio incarico che, voglio ricordarlo, a Brescia porta male» ha detto Del Bono riferendosi al suo predecessore Adriano Paroli che da sindaco per tre anni rimase anche parlamentare. «Alla Bordonali - ha spiegato - chiedo di dedicarsi a fare pressione sul governo perché a Brescia possano arrivare prima possibile i 50 agenti di polizia promessi da Salvini».

 

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