Riparte il risiko delle caserme: ecco i piani per Ottaviani e Randaccio

La prima è stata acquisita da un fondo altoatesino, la seconda potrebbe seguire il «modello Papa»
L'ingresso della caserma Randaccio in via Tartaglia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
L'ingresso della caserma Randaccio in via Tartaglia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il risiko delle caserme può ripartire. Dopo la nuova vita della caserma Gnutti e della Papa, anche il futuro delle due gigantesche aree che si affacciano sul ring sembra poter uscire dalla nebbia.

La caserma Ottaviani è stata acquisita da un fondo altoatesino, determinato a riprendere in mano il progetto: non solo residenze, ma anche il polo scolastico comunale del centro storico. La Randaccio potrebbe invece seguire il modello Papa e, in quanto bene demaniale, diventare una cittadella di funzioni pubbliche, a partire dagli uffici della Prefettura e dalla sede del Comando provinciale dei Carabinieri.

Il quadro è tratteggiato dal sindaco Emilio Del Bono che per l’autunno annuncia due tavoli di confronto per le ex caserme di via Tartaglia e via Lupi di Toscana così da tracciare la road map del loro recupero.

I progetti per la Gnutti e la Papa

Quella delle ex caserme è una partita che si gioca da almeno trent’anni, da quando le camerate hanno iniziato a svuotarsi e i palazzoni pian piano si sono coperti di ruggine ed erbacce. «Delle quattro grandi ex caserme cittadine - spiega il sindaco - due hanno trovato la loro nuova vocazione in modo definitivo». La Gnutti, in pieno centro storico, è stata acquisita dalla famiglia Niboli nel 2010. Ora il progetto di recupero (residenze di pregio) è pronto a partire: «I lavori dovrebbero iniziare nel 2023 - spieda Del Bono -. Abbiamo però chiesto che, trovandosi di fronte alla Pinacoteca, le operazioni esterne, comprese le riqualificazioni di via Crispi e via Moretto, slittino al 2024, dopo l’anno della capitale della cultura».

Alla Papa si è ipotizzato un po’ di tutto: alla fine il Demanio ha deciso di spostarvi Guardia di Finanza, Motorizzazione Civile e Agenzia delle Dogane, che ora sono in sedi dove lo Stato paga un affitto. «Tra settembre e ottobre sarà ritirato il permesso di costruire, spero che entro quest’anno possano partire i lavori» dice il sindaco.

La Ottaviani

Restano i due poli lungo il ring. «C’è una novità significativa per l’Ottaviani» annuncia Del Bono. Sostanzialmente chiusa dal 1992 (se non per una casermetta, diventata archivio notarile), a metà degli anni duemila è stata venduta alla Quadrifoglio Brescia spa, società per metà di Cassa depositi e prestiti e per metà di privati. Il progetto di recupero del gigantesco quadrilatero (54mila metri quadrati) prevedeva nuove residenze e strutture pubbliche. Ora la Quadrifoglio Brescia è in liquidazione.

Ma la Ottaviani, annuncia Del Bono, «è stata ceduta ad un fondo dell’Alto Adige, che ha già fatto questo tipo di operazioni. Il fondo è interessato a riprendere e aggiornare il Piano attuativo di trasformazione dell’ex caserma». I primi colloqui ci sono già stati. «In autunno si entrerà nel vivo». L’Ottaviani conta una grande piazza d’armi ma è racchiusa da un muro di cinta. Si ragionerà come «aprire» l’area verso via Veneto e il centro storico. La vocazione primaria resterà la residenza. Ma si ragionerà anche su quali servizi possa ospitare, a partire dal polo scolastico comunale del centro storico: la Loggia sta infatti pensando da tempo di dare una nuova casa alle elementari Manzoni e Calini e alla media Mompiani, le cui attuali sedi sono malconce.

Nel perimetro della Ottaviani potrebbe trovare spazio anche un parcheggio (pensando anche ad un’eventuale dismissione di quello alla Randaccio). Ma il progetto potrà comunque contare sul passaggio, lì di fronte, in via Volturno, del nuovo tram.

La Randaccio

La caserma oggi ospita gli uffici immigrazione della prefettura e alcuni magazzini della Loggia. La proprietà è del Demanio. «Voglio aprire un tavolo di confronto con l’Agenzia sul modello della Papa» spiega Del Bono. L’obiettivo, per il sindaco, deve essere quello di riqualificare un bene demaniale ospitando funzioni statali oggi in immobili dove lo Stato paga l’affitto. Una «razionalizzazione» della spesa pubblica e una «valorizzazione» del patrimonio immobiliare.

Almeno due le opzioni: alla Randaccio si potrebbero accorpare tutte le funzioni prefettizie oggi sparpagliate sul territorio; e lì potrebbe trovare casa il Comando provinciale dei Carabinieri, oggi in piazza Tebaldo Brusato (dove il Demanio paga l’affitto), dando così una sede di proprietà anche all’Arma. «Vi sarebbero benefici anche da un punto di vista logistico» fa notare il sindaco. «Il tema è già stato posto all’Agenzia. Credo che vi siano buoni argomenti per portare avanti questo piano». La Randaccio ha molti vincoli. «Ma proprio per questo l’intervento può farlo più facilmente lo Stato» insiste Del Bono.

Ci sarebbe anche la Goito. Ma quella è ancora «indisponibile»: non è tra i beni del Demanio ma ancora in mano all’esercito. Si vedrà. «Per ora c’è già abbastanza lavoro da fare».

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