«Rimasto in quella casa perché senza soldi e disperato»

Parla l’ex inquilino abusivo della bifamiliare di Mompiano con alle spalle una vita disagiata
La bifamiliare della coppia
La bifamiliare della coppia
AA

Da dieci giorni vive in un appartamento messo a disposizione dal Comune di Brescia che lo aiuta a pagare le spese. «Mi hanno convinto i miei legali a lasciare quella casa e li ringrazio» dice. «Quella casa» è la bifamiliare di via Verginella a Mompiano, dentro la quale ha vissuto per due anni senza pagare - salvo pochi mesi - l'affitto e rimanendoci anche a contratto - di undici mesi non rinnovabile - scaduto senza averne titolo. Con una serie di episodi aggressivi e violenti.

«Ero moroso e non abusivo. Se fossi stato abusivo non avrei potuto ottenere aiuti dal Comune» tiene a precisare Alessandro. É l'inquilino al centro del caso nazionale che si è risolto con l'intervento dell'amministrazione comunale di Brescia e della Prefettura, dopo una battaglia dei proprietari della villetta - la giovane coppia Paolo e Silvia - tornata ora nel pieno possesso dell'intero immobile ritrovato per dirla con le parole dei due fidanzati: «lurido, maleodorante e in parte distrutto».

«Sono rimasto lì dentro perché non avevo soldi, ho perso il lavoro, non sapevo dove andare ed ero disperato. Non mi vergogno a dirlo, ma non avevo alternative. La proposta di qualche mese fa del Comune di una stanza a 170 euro la prima settimana, 150 le successive per le mie tasche era impossibile» racconta oggi il 40enne di origini cremonesi, reddito di cittadinanza in tasca, un passato segnato da tensioni nella famiglia di origine, un’esperienza militare di tre anni in Kosovoo e una serie di denunce incrociate con i proprietari della casa di Mompiano che ora sono al vaglio della magistratura.

«Non sono innocente. Ho sbagliato a gestire la situazione, ho sbagliato a reagire in modo scomposto e sono pronto a pagare per i miei errori. Ma ero esasperato anche dal comportamento della coppia che mi ha scatenato contro il web in un momento in cui non sapevo come affrontare la mia vita senza soldi» racconta davanti ai suoi legali.

«Se fossi stato nei proprietari già dopo il secondo mese di affitto non pagato avrei chiesto lo sfratto» ammette. Quando la lettera di sfratto arriva è il 9 gennaio 2020. «Poi è arrivato il covid. Sono rimasto per un anno senza acqua e corrente che hanno fatto tagliare».

I proprietari lo hanno denunciato anche per estorsione, oltre che per minacce. «Quando gli ho chiesto 30mila euro per lasciare le chiavi - spiega - era il giorno della mediazione che non era andata a buon fine. Poteva essere una richiesta folle, ma non era un'estorsione» è il pensiero dell'ex inquilino della bifamiliare di via Verginella. «Se la proposta del Comune delle scorse settimane fosse arrivata prima - conclude - ci saremmo evitati tutti dei problemi enormi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato