Rifiuti dal sud al termoutilizzatore di Brescia? Ok, c'è posto

Tutti pronti a sollevare le barricate, ma lo Sblocca Italia non prevede limiti. E anche in precedenza sono sempre arrivati
TERMOVALORIZZATOREI: SI SCALDA IL DIBATTITO
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Saranno anche vintage, c’entreranno pure una ceppa, per citare il vicepremier Luigi Di Maio, ma i termoutilizzatori attivi possono tranquillamente continuare a bruciare per il semplice fatto che già esistono. Una spiegazione ontologica, fornita martedì dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che poco si concilia con chi, come il consigliere comunale Guido Ghidini, auspica quantomeno la chiusura della terza linea dell’inceneritore di Brescia. I due, per inciso, vengono dalla stessa area, cioè il Movimento 5 Stelle.

Lo stesso Costa a settembre proponeva di cambiare l’articolo 35 dello Sblocca Italia e ieri, nella città col più grande termoutilizzatore del Paese, ora al centro dell’interesse dei media nazionali, ha glissato sul tema. Ricordate? Il decreto venne approvato nel 2014 dal Governo Renzi, tra le proteste di Cinque Stelle e Lega (ricordiamo, tra gli altri, l’allora deputato Davide Caparini, «Renzi si tiene i soldi dei bresciani e ci manda i rifiuti dal sud», l’allora assessore lombardo all’Ambiente Claudia Terzi, «Questo Governo se ne frega della salute dei suoi cittadini», o il gruppo consiliare in Regione di M5S che parlava di territori violentati «con una imposizione barbara»).

Tra le altre cose, prevedeva che gli impianti di incenerimento dei rifiuti potessero lavorare fino alla capacità massima consentita ed eliminava i vincoli di prossimità per i rifiuti solidi urbani. Tradotto: nessun limite alla possibilità di bruciare la spazzatura prodotta in altre città o regioni. I tanto odiati rifiuti dal sud, che il presidente della Lombardia Attilio Fontana minaccia di bloccare, possono arrivare senza problemi.

Quelli speciali, peraltro, arrivavano anche in precedenza da regioni come Campania, Puglia, Abruzzo o Lazio. Senza contare che nel 2008, in piena crisi della spazzatura a Napoli e dintorni, la Lombardia diede il via libera ad accogliere seimila tonnellate di ecoballe con rifiuti solidi urbani, nonostante le proteste della Lega, che governava in Regione, ma in città minacciava le barricate per bloccare la monnezza. D’altro canto, A2A si era dichiarata disponibile a usare la terza linea per bruciarle. Per quanto riguarda la multiutility, tra l’altro, l’inchiesta della Procura di Brescia dell’estate 2017 sullo smaltimento illecito aveva portato alla luce ventimila tonnellate di ecoballe campane che sarebbero arrivate in città attraverso un traffico illecito. Infine, per citare i dati del 2016, gli ultimi prodotti dall’Osservatorio comunale sul termoutilizzatore (che fine ha fatto?), dei 725 mila tonnellate di rifiuti bruciati da A2A nell’impianto di via Malta, 309 mila provenivano da città e provincia. E gli altri da fuori, compresi quei posti in cui i termoutilizzatori sono vintage.

 

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