Riccardo Trichilo: «Uomo e ambiente in armonia per fare innovazione sostenibile»

Il ceo e direttore di Csmt per «Interviste allo specchio», condivise con L’Eco di Bergamo nell'anno della Capitale della Cultura
Riccardo Trichilo - © www.giornaledibrescia.it
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Questa intervista è parte del progetto «Interviste allo specchio», condiviso con L’Eco di Bergamo e nato in occasione del 2023, l’anno che vede i due capoluoghi uniti come Capitale della Cultura 2023. Ogni domenica i due quotidiani propongono l’intervista a due personaggi autorevoli del mondo culturale (nell’accezione più ampia), uno bresciano e uno bergamasco, realizzate da giornalisti delle due testate. Di seguito trovate l’intervista al personaggio bresciano. Per scoprire il contenuto dell’intervista all’omologo bergamasco, invece, vi rinviamo a L'Eco di Bergamo (in calce all’intervista trovate il link diretto alla pagina dedicata del quotidiano orobico).

Chi lo conosce sa che per Riccardo Trichilo, ceo e direttore del polo tecnologico di Brescia Innovative contamination hub Csmt, il Rinascimento non è solo un modello al quale ispirarsi ma una realtà che, consapevolmente o meno, il tessuto produttivo sta già sperimentando, costruendola giorno dopo giorno. «Nel ’500 l’Arte era uno strumento trasversale, un sapere multidisciplinare che permetteva lo sviluppo della società - afferma -. Ora questa funzione deve essere ricoperta dall’innovazione sostenibile».

Cosa intende per innovazione sostenibile?

«Dobbiamo riuscire a scardinare il paradigma che vede l’incremento del Pil inversamente proporzionale alla salute e al rispetto dell’ambiente. Ciò sarà possibile solamente mettendo l’Uomo al centro, il che non significa porlo al di sopra di tutto ma far sì che riesca a vivere in armonia con il suo habitat, in equilibrio, in punta di piedi così da non lasciare impronte sulla neve che calpesta».

Si tratta quindi di un cambio di paradigma culturale ancor prima che tecnologico?

«Certamente, questa visione umanistica dell’attività umana, anche di quella economica, nasce da un percorso culturale ed etico, che coinvolge la società quale prima protagonista del cambiamento, con le aziende impegnate nel restituire al territorio quanto da loro creato e guadagnato. Con questo spirito abbiamo realizzato insieme al Kilometro Rosso di Bergamo Il Rosso e il Blu festival, che si svolgerà tra Brescia e la città orobica dal 2 al 25 maggio».

Di cosa si tratta?

«È un progetto vuol parlare di innovazione sostenibile non solamente all’industria ma al territorio in senso allargato, rivolgendosi direttamente alla cittadinanza, in particolar modo ai giovani. Per coinvolgerli però bisogna adottare un approccio culturale in senso lato, parlando di economia ma anche di temi come la libertà, il benessere o la felicità. Lo spirito che ha mosso Csmt e Kilometro Rosso è stato perciò quello di andare oltre l’occasione fornita dal singolo evento, provando a stimolare anche una visione che potremmo definire "spirituale", in grado di trascendere le singole questioni per entrare nel profondo del tempo che stiamo vivendo».

Il festival è però anche la prima collaborazione tra i due poli tecnologici.

«Già nel titolo, dove il Rosso rappresenta il colore dell’hub orobico e il Blu il nostro, abbiamo voluto rimarcare questa unità d’intenti che effettivamente si concretizza per la prima volta in un progetto comune. Fino ad oggi ci eravamo incontrati, parlati, confrontati, senza però giungere a creare qualcosa che ci accomunasse. Capitale della Cultura ha fatto sì che ciò finalmente divenisse realtà, con un evento inserito nel palinsesto ufficiale. Come poli tecnologici, ma anche come comunità di imprese e di cittadini, dobbiamo sfruttare al massimo l’occasione fornita da quest’anno».

Cosa intende con sfruttare l’occasione?

«Brescia e Bergamo sono due territori ricchi, non solamente dal punto di vista economico. Questo privilegio è stato raggiunto grazie alla grande capacità dei loro abitanti di saper cogliere le sfide, con l’impegno e la dedizione. Tale benessere ci impone però delle responsabilità, come persone e come imprese, cioè il tendere a obiettivi alti e i cui benefici si riverberino su tutte le comunità, non solo le nostre. Tale è il significato profondo di "Fare insieme innovazione sostenibile" (lo slogan del Csmt ndr). I nostri novelli Michelangelo o Leonardo da Vinci devono lavorare per trovare soluzioni sempre più smart, attente all’ambiente e al benessere delle persone. Questa è la nostra sfida e la dobbiamo vincere».

Leggi l’intervista a Salvatore Majorana, direttore del Kilometro Rosso, su L’Eco di Bergamo >>

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