Regionali, Massardi (Lega): «Spiedo e Alpini le mie battaglie con la tutela della caccia»

Massardi (Lega)) vanta un primato di cui va orgoglioso: «Sono l’unico consigliere regionale che è sempre stato presente in aula».
Regionali, il candidato della Lega Floriano Massardi - © www.giornaledibrescia.it
Regionali, il candidato della Lega Floriano Massardi - © www.giornaledibrescia.it
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Nato il 7 novembre 1975 a Gavardo, residente a Vallio Terme, è tecnico industriale dipendente della società Ave di Rezzato. Nel 1999 ha fondato la sezione della Lega Nord di Vallio Terme. Dal 1999 al 2009 è stato consigliere comunale a Vallio e nel 2014 è stato eletto sindaco del suo Comune. Nel 2018 è stato eletto consigliere della Regione Lombardia.

Floriano Massardi vanta un primato di cui va particolarmente orgoglioso: «Sono l’unico consigliere regionale che è sempre stato presente in aula nell’ultima legislatura».

Massardi, lei è uno dei quattro consiglieri regionali bresciani della Lega uscenti. Qual è il suo bilancio di questi 5 anni?

Mi piace partire dai numeri. In 5 anni ho partecipato a 170 sedute di consiglio e 438 sedute di commissione. Non ne ho saltata neanche una. Sono stato l’unico consigliere della legislatura, forse dell’intera storia del consiglio regionale, un dato che sto verificando. Sono stato vicepresidente della commissione Agricoltura, Foreste e Parchi, membro delle commissioni Affari Costituzionali e di quella speciale dedicata alla Montagna. Ma non solo ho garantito il 100% delle presenze, anche grazie alla buona salute che mi ha assistito. Ho presentato 222 atti: 34 proposte di legge, 111 mozioni, 13 interrogazioni, 64 ordini del giorno.

Nel merito, quali risultati è riuscito a portare a casa?

Quello che più mi contraddistingue è la legge sullo spiedo, di cui sono stato proponente e relatore. Grazie a questa legge lo spiedo è tornato ad avere il suo ingrediente principale, gli uccelli. La norma prevede che il cacciatore possa donare i volatili al ristorante o alla sagra per preparare lo spiedo. Al di là dei tecnicismi l’importante è che lo spiedo tradizionale è tornato a tavola. Non è solo un aspetto culinario, ma culturale: la difesa delle nostre tradizioni. La soddisfazione più grande è stata che il 6 giugno 2022, data di approvazione della legge, in aula c’erano 65 sindaci bresciani con la fascia tricolore a sostegno della mia proposta. Poi l’assessore regionale alla Cultura ha inserito lo spiedo e altri piatti tipici lombardi nella proposta di candidatura all’Unesco. Vedremo...

C’è un’altra legge su cui lei si è battuto, quella della Giornata per gli Alpini. Perché?

La legge 19 del 30 settembre 2020 è stata votata all’unanimità. Istituisce la giornata di riconoscenza alla solidarietà e al sacrificio degli Alpini che si celebra ogni anno il 2 aprile. Lo spunto è stata la vicenda del Covid. Ci ricordiamo tutti le drammatiche settimane dei primi mesi del 2020: eravamo in grande difficoltà, non c’erano più posti liberi nelle terapie intensive. Gli Alpini in sette giorni sono riusciti ad allestire un ospedale da campo, a Bergamo, salvando centinaia di vite. Quella struttura è stata aperta il 2 aprile 2020. Da qui la scelta di quel giorno per celebrare la generosità delle penne nere. La legge mette anche a disposizione 130mila euro per borse di studio, premi per saggi e ricerche, viaggi di istruzione. Sono stato anche promotore della legge sulla filiera brassicola che di fatto ha dato vita alla «birra lombarda»: è stata l’ultima legge della legislatura, approvata il 28 dicembre 2022, con l’obiettivo di valorizzare i birrifici artigianali lombardi.

Quali obiettivi si prefigge nei prossimi 5 anni, se rieletto?

Mi sono battuto a difesa del mondo venatorio: ho prodotto 50 modifiche alla legge quadro regionale per valorizzare la filiera della caccia. È una battaglia che voglio proseguire. I cacciatori sono continuamente attaccati, voglio difendere la loro dignità. Siamo noi i veri ambientalisti, custodi dei boschi e dell’ambiente naturale. Altro risultato che rivendico è quello dei presidi sanitari territoriali. Nella primavera del 2023 all’ospedale di Gavardo sarà inaugurato il servizio di emodinamica. I lavori sono in corso. È un servizio che aspettiamo da 20 anni, fondamentale per la Valsabbia e l’alto Garda, e che io sono riuscito a portare a casa. La tutela dei presidi sanitari territoriali, soprattutto in montagna, sarà una delle battaglie che porterò avanti.

Questa però è una critica che arriva spesso dall’opposizione: la Regione si è dimenticata della sanità di territorio accentrando tutto sui grandi ospedali?

La tendenza all’accentramento c’è, ma le «aree interne», come le valli o le zone svantaggiate, hanno bisogno di presidi locali. La Regione ha già dato una prima risposta con l’ultima riforma. Ora dobbiamo completare la sua applicazione. Penso alle case e agli ospedali di comunità. La medicina di territorio sarà un elemento focale dei prossimi 5 anni. C’è però un tema che fa da sfondo a tutte queste questioni.

Quale?

L’Autonomia.Va portata a casa in tempi brevi. È la precondizione per poter risolvere molte criticità. Vorrebbe dire avere più risorse sul territorio e poterle spendere meglio dello Stato. È il tema dei temi.

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