Regionali, Carlo Calenda a Lumezzane fa leva sull'operosità dei bresciani
«Appoggio Letizia Moratti perché ha gestito bene la lotta contro il Covid, la peggiore emergenza degli ultimi decenni». La candidata presidente del Terzo polo, una vita di impegno nei vari ruoli, è una garanzia di «competenza gestionale e amministrativa, le qualità che servono alla buona politica e al rilancio della Lombardia». Carlo Calenda torna nel Bresciano. Stavolta a Lumezzane, al teatro Odeon affollato di militanti e cittadini. Con lui, sul palco, ci sono la sen. Mariastella Gelmini, l’on. Fabrizio Benzoni e i candidati di Azione, Massimo Vizzardi, Veronica Lanzoni, Fulvia Bregoli.
«Basta votare gente incompetente oppure che promette cose irrealizzabili», attacca Calenda. Che stuzzica i valgobbini: «Ma può gente laboriosa come voi votare uno come Salvini che non ha mai lavorato in vita sua?». Calenda sa di essere «in uno dei cuori produttivi del Paese», un distretto che ha beneficiato del suo piano Industria 4.0, varato in veste di ministro dello Sviluppo economico, e «che ha funzionato perché fatto insieme agli imprenditori».
Rivoluzione
«Non votate mai un politico che non assumereste nelle vostre aziende», semplifica Calenda con una battuta. L’Italia non ha bisogno di una rivoluzione. Abbiamo alle spalle una serie di promesse e di prove fallimentari, dice il leader di Azione, «dalla Rivoluzione liberale di Berlusconi al Vaffa di Grillo, dal Prima gli italiani di Salvini fino al sono donna, mamma e cristiana di Meloni». L’Italia deve essere «rimontata» con pazienza, passione, competenza. Non è vero che sia un Paese ingestibile. L’unica rivoluzione necessaria «è quella del pragmatismo e del buongoverno». Serve la competenza per «rendere concreti i progetti e le idee». Negli ultimi anni, insiste Calenda, «la politica è stata essenzialmente rumore. Destra e sinistra si sono insultati, in realtà tenendosi mano nella mano per non cambiare niente».
Memoria
Tutto ciò accade, punta il dito, per colpa degli stessi italiani, popolo senza memoria («Una garanzia di sopravvivenza per questa classe politica») e che vota per appartenenza. Dovremmo avere per la cosa pubblica la stessa cura che abbiamo per le cose private, dice Calenda. «Invece gli italiani non sentono lo Stato come cosa loro». È ora di dare una svolta, sottolinea Calenda, partendo dalle elezioni regionali in cui Azione appoggia Moratti in Lombardia e Alessio D’Amato nel Lazio.
«Oggi in Italia per fare una mammografia ci vogliono in media 23 mesi. Un Paese in cui la sanità funziona in questo modo va rifondato». Con idee e progetti fattibili. La burocrazia è un problema, «ma non è vero che non si possa fare nulla. Quando ero allo Sviluppo economico ho fatto molte cose. Bisogna saperle e volerle fare». Sono i politici a «scegliere i burocrati, dunque tocca agli elettori votare le persone giuste. Quell che sanno governare, amministrare la cosa pubblica. Come Moratti e i candidati di Azione».
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