Provincia di Brescia, i sindaci scelgono Moraschini: «Sarò un presidente del fare»

Il sindaco di Esine è stato eletto alla guida del Broletto. Ma solo un amministratore su tre (il 36%) ha votato
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PROVINCIA, MORASCHINI PRESIDENTE
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Sindaci e consiglieri comunali hanno scelto Emanuele Moraschini. Da ieri, alle 21.30, ora della proclamazione, il sindaco di Esine è il nuovo presidente della Provincia di Brescia, il terzo da quando Palazzo Broletto è stato trasformato in ente di secondo livello, status che prevede il voto degli amministratori locali, non dei cittadini.

Un risultato scontato, visto che Moraschini era l’unico candidato presidente. Anche questo ha probabilmente scoraggiato molti sindaci e consiglieri, soprattutto quelli dei Comuni più lontani dalla città, dove era allestito l’unico seggio elettorale (al Cfp Zanardelli di via Gamba). Alle urne si sono presentati solo in 931 su 2.575 aventi diritto al voto (il 36,16%) e i voti validi sono stati 867.

Poco importa. Moraschini, accompagnato dal presidente uscente Samuele Alghisi e dalla giunta di Esine, dopo il conteggio dei voti è apparso raggiante: «Sento forte il senso di responsabilità per il ruolo - sono state le sue prime parole da presidente -. Brescia è una grande provincia, più grande di alcune regioni. Abbiamo davanti sfide importanti e tempi brevi per raggiungerle, per questo chiedo l’impegno di tutti, consiglieri e dirigenti, per dare risposta ai bisogni delle nostre comunità». Già stamattina Moraschini sarà in Broletto per conoscere personale e organizzare le prime attività. «Sono le persone che qualificano le istituzioni - ha spiegato -. Spero di instaurare da subito un clima di fiducia con la struttura».

Domani, alle 12, in Broletto, ci sarà invece il passaggio formale della fascia da Alghisi a Moraschini. «Ringrazio Samuele che in queste settimane mi ha dato suggerimenti preziosi di cui farà tesoro» ha detto il nuovo presidente. Nei prossimi giorni Moraschini provvederà a distribuire le deleghe a tutti i 16 consiglieri provinciali, secondo quanto prevede l’accordo bipartisan. Il programma prevede azioni mirate per sbloccare cantieri e progetti che aspettano da tempo, dando corpo ad una «Provincia del fare».

Le valutazioni sull'affluenza

Resta da valutare la scarsa affluenza. Il segretario provinciale di Fratelli d’Italia Diego Zarneri, il primo a indicare il nome di Moraschini, qualche giorno fa aveva lanciato un appello agli amministratori del partito di Meloni chiedendo la «massima affluenza». Il dato di ieri avrebbe creato qualche malumore, soprattutto nel centrodestra. Nella fascia dei piccoli Comuni (fino a 3mila abitanti) hanno votato in 262 amministratori su 958 (27,3%); in quella da 3mila a 5mila abitanti, 161 su 564 (28,5%); in quella tra 5mila e 10mila in 204 su 480 (42,5%); nella fascia dei Comuni tra 10mila e 30mila abitanti hanno votato 275 amministratori su 540 (50,9%); dei 33 consiglieri del Comune di Brescia hanno votato in 29 (87,8%). Un dinamica figlia anche del meccanismo dell’indice di ponderazione, in base al quale il voto di un consigliere in Loggia vale 483, quello di un piccolo Comune solo 12. Cosa che certo non ha invogliato gli amministratori dei piccoli paesi delle valli o della Bassa. Fatto sta che Moraschini ieri ha totalizzato 45.297 voti ponderati. Nel 2018, quando i candidati presidente erano due (Alghisi e Bontempi) la somma dei voti aveva sfiorato i 79mila voti ponderati.

Per Moraschini si tratta di un’astensione «fisiologica» tenendo conto del candidato unico ma anche dell’evento organizzato oggi a Roma da Poste Italiane (la presentazione del progetto «Polis») a cui sono stati invitati 7mila sindaci, molti dei quali, anche bresciani, già ieri si sono recati nella capitale. Anche per il segretario provinciale del Pd Michele Zanardi (l’unico segretario presente al momento della proclamazione) il dato dell’affluenza «era prevedibile e non è negativo». Ora piuttosto, ha spiegato, «presidente e 16 consiglieri dovranno spiegare le ragioni che ci hanno spinto alle larghe intese, vale a dire la necessità di garantire stabilità alla Provincia in modo da essere celeri e forti nel dare risposte ai Comuni e quindi ai cittadini». Anche perché il Governo sta lavorando alla riforma delle Province. E tra un anno proprio i cittadini potrebbero essere chiamati ad eleggere il nuovo numero uno del Broletto.

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