Provincia al voto, 12 temi bipartisan per il programma. Ora il nodo deleghe

Ci sarà anche Forza Italia nelle «larghe intese» che porteranno Emanuele Moraschini alla guida della Provincia di Brescia. Il sindaco di Esine sarà l’unico candidato presidente alle elezioni del 29 gennaio (voteranno gli oltre 2.500 sindaci e consiglieri comunali bresciani).
Un «patto istituzionale» per traghettare la Provincia verso il ritorno all’elezione diretta da parte dei cittadini, cosa che dovrebbe avvenire tra un anno, un anno e mezzo, visto che il Governo sta spingendo sull’acceleratore per portare a acsa la riforma.
Centrodestra
Le perplessità degli azzurri sono state in gran parte fugate nella riunione di ieri mattina, nella sede della Lega, a Brescia Due, durante la quale il centrodestra si è così ricompattato. La riunione, alla quale ha partecipato anche Moraschini, è servita per mettere a punto un documento programmatico in 12 punti con l’elenco delle priorità da affrontare. Ci si concentrerà sulle cose che si possono e devono fare nei prossimi 12-18 mesi, come la revisione del Pctp (lo strumento urbanistico della Provincia) o il potenziamento del trasporto pubblico, senza scordare la «messa a terra» dei progetti per la riqualificazione di ponti e strade e le risorse del Pnrr per l’edilizia scolastica. La Provincia dovrà insomma essere la «casa dei Comuni» a supporto dei sindaci del territorio.
Il tavolo bipartisan
La bozza elaborata ieri da Moraschini e dal centrodestra sarà oggi condivisa con le altre forze politiche (segretari e capigruppo in Broletto di Italia Viva, Pd e sinistra) in un tavolo che dovrebbe licenziare il «programma del presidente». Un programma che, per forza di cose, non potrà contenere i temi più scottanti e divisivi, ma che metterà nel mirino gli indirizzi che possono essere condivisi. Sul tavolo ci sarà anche il nodo deleghe, ma non tutto sarà definitivo oggi. Il sostegno corale a Moraschini è di fatto un unicum. Anche nel 2014, subito dopo la riforma Delrio che ha trasformato le Province in enti di secondo livello, vi fu un solo candidato presidente (Pier Luigi Mottinelli); ma in quel caso tre liste (Lega, Sinistra e Civici-FdI), pur non presentando un nome alternativo, non lo sostennero. Ora invece tutte le forze politiche presenti in consiglio sono pronte alle larghe intese.
Tutti i 16 consiglieri provinciali (eletti un anno fa e il cui mandato scadrà a fine anno) dovrebbero dunque ricevere una delega da parte del presidente. Per ora l’intesa dice che ci saranno due vicepresidenti (bisognerà modificare lo statuto): uno del centrosinistra, con ogni probabilità Antonio Bazzani, Pd; l’altro del centrodestra, e il nome più gettonato è quello del leghista Massimo Tacconi. Poi si cercherà di tener conto di competenze e percorsi personali, oltre che dei desiderata delle varie forze politiche. Fratelli d’Italia, la forza che ha indicato il presidente Moraschini, punterà con ogni probabilità ad avere l’ambiente. La Lega la cultura. Forza Italia chiederà deleghe di peso, come il territorio (urbanistica), scuole o strade. Ma lo scacchiere è ancora tutto da scrivere.
Le firme
Nel frattempo i partiti si sono messi in moto per la parte organizzativa: entro lunedì, alle 12, la candidatura di Moraschini dovrà essere depositata negli uffici provinciali accompagnata da almeno 387 firme di sindaci e consiglieri comunali. Oggi le sedi di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia resteranno aperte per raccogliere e autenticare le adesioni. Il Pd ha già mosso i suoi consiglieri provinciali per raccogliere le firme. E anche Italia Viva si sta dando da fare.
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