Processo Ubi: il pm chiede condanne per 26 imputati

Ventisei condanne, cinque assoluzioni. Pene per 84 anni di reclusione. Queste, in estrema sintesi, le richieste formulate dal sostituto procuratore Paolo Mandurino al termine della sua lunga requisitoria al processo che si sta celebrando da mesi a Bergamo per i presunti illeciti commessi da amministratori e manager di Ubi Banca nella governance dell’istituto di credito tra il 2009 e il 2015.
Il pubblico ministero, affiancato in aula dal procuratore Antonio Chiappani, ha chiesto di condannare l’ex presidente onorario di Banca Intesa Giovanni Bazoli a sei anni e 8 mesi di reclusione. A cinque anni e 10 mesi Emilio Zanetti, Franco Polotti e Andrea Moltrasio (presidenti del consiglio di gestione e di sorveglianza). A cinque anni l’ex consigliere delegato Victor Massiah, ma anche Armando Santus e Giuseppe Calvi. Italo Lucchini e Mario Cera per il pm dovrebbero essere condannati a 4 anni e sei mesi di reclusione. A quattro mesi di meno invece ammonta la richiesta di pena per Pierpaolo Camadini. Per Mandurino tre anni e 8 mesi dovrebbero essere inflitti a Mario Mazzoleni e ad Enrico Minelli, 8 mesi di più rispetto alla condanna chiesta per Federico Manzoni, Flavio Pizzini e Carlo Garavaglia. Ostacolo alla vigilanza. Eccezion fatta per Giovanni Bazoli, imputato anche per aver mantenuto contemporaneamente la presidenza di Banca Intesa e l’amministrazione e gestione di fatto di Ubi, e per Franco Polotti, accusato anche di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Consob per non aver comunicato all’organo di sorveglianza finanziamenti di Ubi a favore di una società nella quale aveva partecipazioni, sono tutti imputati a vario titolo di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d’Italia e di Consob per aver taciuto patti parasociali che avrebbero vincolato le scelte di organi di governo della banca ad accordi, strutture o soggetti esterni (di fatto le associazioni Amici di Ubi, riconducibile ad Emilio Zanetti, e l’Associazione Banca Lombarda e Piemontese, che faceva capo a Giovanni Bazoli).
Patti occulti che, per la Corte d’appello civile di Brescia prima e per la Cassazione poi, invece non sono mai esistiti. Bazoli, Zanetti, Moltrasio e Massiah sono accusati anche di interferenza illecita sull’assemblea dei soci del 20 aprile del 2013, quella nella quale - secondo l’accusa - la lista 1 riconducibile ad Andrea Moltrasio ottenne l’accesso alle cariche societarie anche con il ricorso al sistema delle deleghe al voto in bianco. Per questo reato il pm Paolo Mandurino ha chiesto le condanne anche di Angelo Ondei, Antonella Bardoni e Italo Folonari a un anno ed 8 mesi; di Matteo Brivio, Rossano Breno e Ettore Ongis ad un anno e 6 mesi e di Giuseppe Sciarrotta, Ettore Medda, Marco Mandelli, Enrico Invernizzi e Maria Gemma Baglioni a un anno e due mesi.
L’ipotesi è in dirittura di prescrizione: senza le interruzioni dovute anche all’emergenza sanitaria, si sarebbe prescritta nello scorso mese di ottobre. È ragionevole prevedere che difficilmente sopravviverà ad un eventuale processo d’appello. Il pm ha chiesto al Tribunale anche la confisca di 5 milioni e 300mila euro agli imputati chiamati a rispondere di questa accusa.
A tanto ammonterebbe a suo avviso l’illecito profitto realizzato da chi avrebbe ottenuto cariche societarie, e i relativi emolumenti, in seguito alle elezione del 2013 finite sotto la lente. Da assolvere. Per la procura devono essere assolti, per non aver commesso il fatto, Francesca Bazoli, Giovanni D’Aloia, Stefano Lorenzi e Guido Marchesi. Ma anche Banca Intesa che ha recentemente acquisito Ubi, al tempo imputata per l’illecito amministrativo conseguente ai reati commessi dai suoi dipendenti.
Secondo la procura bergamasca l’ostacolo alle funzioni di vigilanza e l’influenza illecita sull’assemblea sono stati commessi solo dalle persone fisiche nell’interesse esclusivo proprio e delle associazioni «Amici di Ubi» e «Banca Lombarda e Piemontese». Il processo ripartirà martedì 11 maggio. Il tribunale ha messo in calendario udienze bisettimanali fino al 18 giugno, quando è prevista la discussione dell’avvocato Stefano Lojacono, difensore di Giovanni Bazoli. Poi spazio alle repliche e alla camera di consiglio.
La sentenza è prevista entro l’estate: potrebbe arrivare esattamente un anno dopo la conclusione dell’opa attraverso la quale Banca Intesa ha acquisito Ubi Banca.
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