Primo sabato in zona arancione, tanta gente in centro a Brescia
Non abbassare la guardia. L'esperienza accumulata in oltre un anno di convivenza forzata con la pandemia qualcosa varrà pure. E il rischio di innescare l'ormai noto andamento da altalena fra riaperture sospirate e chiusure rinnovate deve rendere tutti consapevoli della spada di Damocle che incombe: quella di una nuova recrudescenza dei contagi e di inesorabili, per quanto odiose, contromisure.
Una riflessione che sorge spontanea alla luce di scene che da un lato scaldano il cuore, dall'altro qualche preoccupazione la fanno pur sorgere. Vale a dire quelle che chiunque poteva cogliere questa mattina per le principali vie del centro storico. Tanta gente liberamente a spasso e per negozi, rigorosamente con mascherina d'ordinanza, ma non sempre a distanza adeguata.
Un sabato qualunque (un sabato bresciano, parafrasando la nota canzone) al tempo della zona arancione. E forse neppure troppo qualunque, visto che è il primo dal ritorno di Brescia e della Lombardia al colore della semi-libertà. Una palestra di rispetto e attenzione alle regole anti-Covid, in ogni caso, in vista della ormai imminente data delle progressive riaperture del prossimo 26 aprile. Per fare in modo che quello che il premier Draghi ha definito un «rischio calcolato» sia veramente tale.
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