Precipitano e muoiono in montagna: addio a due escursionisti
Due uomini sono morti ieri a poche ore di distanza sulle montagne bresciane, in due incidenti dalla dinamica molto simile. Erano entrambi escursionisti esperti.
Maurizio Vergolio, 54 anni, ha perso la vita precipitando ieri pomeriggio dal Cimon della Bagazza, a Lozio, in Valcamonica. Circa due ore dopo Sergio Bologna, 44 anni, è scivolato in Maniva, cadendo nel vuoto.
Chi era Maurizio Vergolio

«Volevamo proporre Maurizio come alpino bresciano dell’anno». Il capogruppo delle Penne Nere di Bagnolo Mella, Luca Carnidi, è ancora incredulo alla drammatica notizia della morte dell’amico Maurizio Vergolio. «Non abbiamo ancora realizzato…» precisa. Maurizio, così come tutta la sua famiglia, in paese erano molto conosciuti e stimati. «Faceva parte del nostro gruppo da più di venticinque anni - prosegue Carnidi -. Si era iscritto subito dopo il militare. Faceva parte del coro e aveva partecipato anche a qualche evento sportivo, delle gare di sci organizzate dalla sezione di Brescia. La sua morte ci lascia addolorati quanto increduli. Questa sera avrei spedito la relazione per chiedere che, dopo le gesta eroiche di quest’estate, Maurizio potesse ricevere l’attestato di “Alpino dell’anno”».
Esperto e amante della montagna, il bagnolese la scorsa estate, durante un pellegrinaggio in Adamello durato sette giorni in compagnia dell’amico Diego, aiutò un escursionista che si era perso portandolo fuori pericolo.
«Siamo increduli di fronte a questa immane tragedia - ha detto la vicesindaca reggente Cristina Almici -. La drammatica morte di Maurizio lascia l’intera comunità bagnolese senza parole. Io lo conoscevo anche personalmente, siamo della stessa classe e abbiamo frequentato insieme la facoltà di Economia e commercio a Brescia, entrambi svolgevamo la professione di commercialisti. La comunità di Bagnolo è veramente scossa dal dolore e dal lutto, dopo la sofferenza per la perdita del nostro sindaco Pietro Sturla, avvenuta domenica, oggi perdiamo un altro nostro concittadino la cui moglie, Stefania, è una dipendente comunale. Lei, lavorando all’ufficio Anagrafe, è per tutti noi un punto di riferimento importantissimo, tutti i cittadini di Bagnolo Mella la conoscono e ne apprezzano, oltre che la professionalità, anche la disponibilità e la gentilezza. Ci stringiamo al suo dolore e a quello della loro figlia Chiara. Una famiglia unita e benvoluta da tutti, lacerata da un dolore straziante, un lutto che dilania nel profondo l’animo di tutto la comunità».
I funerali di Maurizio Vergolio si terranno martedì alle 15 a Bagnolo Mella. Dal primo pomeriggio di oggi la salma del 54enne sarà alla casa del commiato "Abbazia" a Leno.
Chi era Sergio Bologna

La morte lo ha colto sul sentiero estivo che unisce il Dosso alto al Baremone, in Maniva. A tradire il passo sicuro di Sergio Bologna, classe 1979, sarebbe stata presumibilmente una insidiosa lastra di ghiaccio su cui i ramponi rapidi che l’uomo calzava sulla scarpe pesante da escursione non hanno fatto presa. Da lì un volo verso la strada sul fondo del vallone in pietra, dove il suo corpo è stato notato da alcuni escursionisti e segnalato ai carabinieri Forestali in servizio sulle piste.
Sergio Bologna appartiene a una famiglia molto nota a Bovezzo, paese in cui l’uomo abitava con la compagna e un figlio di sette anni. Il padre gestiva un’impresa di idraulica che lavorava ai massimi livelli negli anni Ottanta nella provincia di Brescia. Era un fornitore di A2A per sistemi anche complessi e tecnologicamente avanzati. Poi i figli fecero scelte diverse: i fratelli Marco e Paolo optarono per la strada del commercio, ancorché tecnico, e aprirono due ferramenta oggi decisamente consolidate, una a Bovezzo e una in città, nei pressi di via Oberdan. Sergio scelse invece la strada professionale dell’architettura, dove si è segnalato per il suo impegno e la serietà della progettazione. Era anche un atleta riconosciuto e considerato nel mondo della corsa e dei trail in montagna.
«Era forte, preparato e soprattutto non era uno che improvvisasse. Sceglieva i suoi percorsi con attenzione e lo faceva con competenza» ricorda un amico sconvolto dalla notizia della sua morte. «Mai ci saremmo aspettati un epilogo del genere» è il commento di un gruppo di appassionati come lui di corsa in montagna. «Era una persona che coltivava il gesto atletico come hobby ma lo faceva con grande serietà. Infatti abbiamo saputo che quando lo hanno trovato a terra era attrezzato con capi tecnici e dotazioni adeguate all’attività in quota che stava svolgendo. Per questo non ci capacitiamo dell’accaduto e ci stringiamo alla compagna e al figlio in questo momento di enorme dolore».
Sergio lascia anche la madre e i due fratelli. Ieri sera a Bovezzo in molti erano attoniti alla notizia della sua morte improvvisa. Molti ricordano i gesti atletici del 44enne: «La sua ulteriore capacità, oltre alla prestanza fisica, era la capacità di amministrare la prestazione. Un atleta che oltre ai muscoli aveva sviluppato una grande sensibilità».
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