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Amministrative 2024, Bagnolo Mella attende solo il «sì» del Viminale

Secondo la norma, il municipio sarà tra i comuni bresciani dove l'8 e il 9 giugno si vota. Si aspetta l'ufficialità dal ministero dell'Interno
Il municipio di Bagnolo Mella - © www.giornaledibrescia.it
Il municipio di Bagnolo Mella - © www.giornaledibrescia.it
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Nell’elenco ufficiale, quello che finora racchiude le Amministrazioni comunali che in primavera arrivano naturalmente al capolinea del loro mandato politico amministrativo, non c’è. E, infatti, i comuni della provincia di Brescia che andranno al voto l'8 e il 9 giugno annoverati nel documento del Ministero dell’Interno si fermano a 143. Ma «a stretto giro» il numero verrà aggiornato: ad aggiungersi all’elenco sarà il Comune di Bagnolo Mella, ancora scosso per la morte dell’ex sindaco Pietro Sturla, che il territorio piange dalla mattina del 21 gennaio, onorandolo con tre giorni di lutto cittadino.

Sturla vestì la fascia tricolore dopo la vittoria conquistata alle elezioni amministrative andate in scena nell’ottobre del 2021. Prima fu assessore e, per dieci anni consecutivi, il numero due nella Giunta guidata da Cristina Almici, oggi seduta in parlamento. Proprio la deputata di Fratelli d’Italia ricopre ora la carica di vicesindaco con funzione di primo cittadino reggente.

Che succede esattamente, a livello politico e amministrativo, adesso a Bagnolo Mella? Il Comune non andrà alle urne nel 2026, a scadenza naturale: i cittadini potranno scegliere sindaco e consiglieri comunali nella tornata elettorale già fissata in primavera (vale a dire con l’election day dell’8 e del 9 giugno). Secondo la norma, infatti, la deadline di riferimento per rientrare tra i Comuni al voto è il 22 febbraio: si può cioè votare in tutti i territori in cui i sindaci sono decaduti entro quella data.

Almici peraltro ha già ricoperto la carica di sindaco di Bagnolo Mella dal 2011 al 2021, rimanendo appunto al fianco di Sturla come braccio destro. In molti ora si chiedono: da reggente, potrebbe ricandidarsi a ruolo di primo cittadino? Il dubbio non è in questo caso tanto legato al numero massimo di mandati consentiti (specie visto che ora sono stati innalzati da due a tre), quanto al fatto che la norma elettorale prevede anche un'altra condizione: servono due anni e mezzo di «pausa» dal ruolo ricoperto. Ed essendo Almici rimasta in carica come vicesindaco, ed ora reggente, si è fatta largo l’incertezza. La risposta è però chiara: sì, è una strada percorribile, la deputata potrebbe correre in primavera per riconquistare la fascia tricolore. Il criterio che sancisce la necessità dello stacco di due anni e mezzo fissato dalla legge, infatti, si riferisce nello specifico al ruolo di primo cittadino e non a una qualsiasi carica in Consiglio comunale (il Ministero dell’Interno si è già pronunciato su casi simili). Anche se non fosse passata la riforma che svincola il terzo mandato, dunque, il voto fissato in primavera garantisce in ogni caso la parentesi temporale necessaria. 

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