Polmonite, si sfiorano i 500 casi: è attesa per gli esiti di Ats

A 18 giorni dallo scoppio dell'epidemia, oggi potrebbero arrivare i responsi degli ulteriori approfondimenti
LEGIONELLA, ESITI ATTESI
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A 18 giorni dallo scoppio della epidemia di polmonite che sta interessando la Bassa bresciana, la giornata di oggi potrebbe offrire qualche elemento in più rispetto alle presunte cause.

Nel pomeriggio, infatti, sono attesi gli esiti degli ulteriori approfondimenti condotti da Ats Brescia sulle torri di raffreddamento di due delle tre aziende nelle quali un primo esame aveva attestato la presenza di legionella. Per la Cartiera di Montichiari i riscontri successivi hanno dato esito negativo: per questo diventa ora determinante capire se le altre due imprese - rispettivamente di Calvisano e Carpenedolo - sono effettivamente da considerare potenziali sorgenti del batterio o meno.

Intanto però ad Ats Brescia si percorre una nuova ipotesi: quella secondo cui accanto alla legionella potrebbe esserci un secondo batterio. Questo alla luce del fatto che solo in 45 casi dei quasi 500 censiti dal 6 settembre è stata riscontrata una positività alla legionella. Nelle scorse ore sono stati 13 i nuovi accessi al pronto soccorso dei presidi ospedalieri per sospetta polmonite, e in 8 casi è seguito il ricovero in ospedale. Al momento così il numero dei degenti è complessivamente di 116.

Nel frattempo, sabato è stata eseguita all’ospedale di Manerbio l’autopsia di un neonato di una famiglia di Ghedi deceduto subito dopo la nascita per una crisi respiratoria. Un’autopsia voluta in autotutela dallo stesso presidio ospedaliero, stante anche la concomitanza dell’epidemia nella Bassa. Al momento si attendono ulteriori riscontri diagnostici sulle cause della morte, ma l’Asst del Garda, da cui l’ospedale di Manerbio dipende, esclude in maniera assoluta che il decesso del piccolo possa essere dipeso da polmonite o da contagio da legionella.

 

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