Politiche 2022, il terzo settore: «Servono azioni di lungo periodo per i più deboli»

Negrini (Federsolidarietà) e suor Parente (Diocesi): «Situazione difficile, basta cercare il facile consenso»
Il pranzo alla mensa Menni - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
Il pranzo alla mensa Menni - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
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Serve uno sguardo lungo. C’è bisogno di idee, di tempo e di una programmazione seria per affrontare le emergenze sociali. La politica vada oltre l’interesse elettorale immediato, perché la ricerca del consenso facile non è la soluzione.

L’invito ai partiti e ai candidati alle elezioni politiche del 25 settembre arriva dal mondo bresciano del non profit, dal terzo settore, dai soggetti che si occupano di temi sociali. Una galassia straordinaria per impegno, storia e importanza nella nostra provincia.

L’Italia e Brescia stanno vivendo mesi difficili, una crisi che in autunno rischia di esplodere. Problemi vecchi, come le disuguaglianze, la povertà, la denatalità, si sono acuiti con la pandemia e la crisi economica. La richiesta che sale da chi si occupa dei più deboli è di una maggiore attenzione.

I punti di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia

Valeria Negrini, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia
Valeria Negrini, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia

Lo dice subito, in premessa, Valeria Negrini, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia, portavoce del Forum Terzo settore lombardo e vice presidente di Fondazione Cariplo. «In un momento così complicato - afferma - c’è l’assoluto bisogno che la politica guardi lontano. Non ci sono scorciatoie». L’Italia, sottolinea, «rispetto all’Europa è indietro su due temi importanti come welfare e cultura». Rispondono ai bisogni delle persone, ma producono anche economia. Sui ritardi nel welfare Negrini porta due esempi di riforme, previste dal Pnrr, e ancora bloccate: «Quella sulla disabilità attende i decreti attuativi, quella sulla non autosufficienza giace in Parlamento».

Allo stesso modo, Negrini richiama l’attenzione «sui problemi delle carceri». L’emergenza sovraffollamento vede il nostro Canton Mombello in cima alla lista. «Bisogna applicare meglio le pene alternative al carcere, servono più figure educative e sanitarie, più lavoro negli istituti». L’immigrazione, sottolinea, «non è un’emergenza, ma una possibile ricchezza. Basta pensare al nostro inverno demografico e al bisogno di lavoratori». E poi servono il sostegno alle famiglie e una «maggiore equità. La fiscalità deve avere un principio: chi ha di più paga di più».

C’è un altro argomento che Valeria Negrini sollecita: «Bisogna che l’Italia faccia sentire la sua voce in Europa sui temi dell’economia sociale. Siamo il Paese che più rappresenta la galassia del Terzo settore, dobbiamo portare il nostro peso e la nostra esperienza». In generale, conclude, «auspico che la politica abbia confronti veri, concreti e non formali con il mondo del non profit sui temi sociali, data l’esperienza di cui siamo portatori».

I punti della Diocesi

Suor Natalina Parente, responsabile dell’Ufficio per l’impegno sociale della Diocesi
Suor Natalina Parente, responsabile dell’Ufficio per l’impegno sociale della Diocesi

La crescita delle disuguaglianze, la povertà economica ed educativa, la denatalità: sono le principali emergenze del nostro Paese, sottolinea suor Natalina Parente, responsabile dell’Ufficio per l’impegno sociale della Diocesi. «La politica torni a fare la politica, ponendosi obiettivi di lungo termine», esordisce. Il primo tema da affrontare riguarda le disuguaglianze, «che provocano una disgregazione sempre maggiore della società». Sono tante e varie: il distacco generazionale, quello fra il centro e le periferie, fra uomo e donna, fra il nord e il sud. Disuguaglianze anche in campo sanitario: «Con la scomparsa della medicina sul territorio i soggetti più deboli, in particolare gli anziani, non vengono raggiunti dalle cure».

Suor Natalina mette l’accento anche sull’inverno demografico: «Servono riforme sostanziali a favore delle famiglie, con politiche attive del lavoro per le donne, servizi, modifica degli orari di lavoro».

Gli appelli

Brescia si è sempre segnalata come terra solidale. «È vero, c’è un germe che nell’emergenza dà grandi frutti, ma passata quella ognuno torna nel suo quotidiano. Invece - sottolinea suor Parente - non bisogna mai perdere di vista l’umanità negli altri». La povertà nelle famiglie, la separazione fra il centro e la periferia urbana «si stanno allargando anche a Brescia», sottolinea la religiosa. «Se non si affronta seriamente il tema delle disuguaglianze rischiamo grosso».

Quelli di Valeria Negrini e suor Natalina sono appelli al mondo della politica perché assuma impegni seri e precisi. «Finora - commenta la presidente del Terzo settore - ho visto una campagna elettorale che punta sul livello emotivo, con messaggi facili e slogan. Sento invece poco parlare di contenuti e temi che riguardano le necessità del Paese. Mi auguro che la cosa possa cambiare».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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