Pnrr, Brescia fa il pieno: in città in arrivo più di 453 milioni

La ricerca Urbanit: con 2.302 euro pro-capite il capoluogo è quinto in Italia per soldi ottenuti per residente
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BRESCIA, DAL PNRR 453 MILIONI
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Il Pnrr porta a Brescia 453 milioni di euro. Cifra destinata a crescere visto che molte risorse non sono ancora state assegnate. Intanto però la Leonessa si piazza al quinto posto nazionale per finanziamenti pro capite, al 12esimo per valore assoluto. Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza nella nostra città sono infatti in arrivo 2.302 euro ad abitante. Una cifra che si ricava squadernando lo studio «Le città italiane e il Pnrr» elaborato da Urbanit - Centro nazionale di studi per le politiche urbane, un’associazione che riunisce 16 Università italiane e la Società italiana degli urbanisti.

Lo studio analizza 11 misure del Pnrr (quindi non tutte) ritenute «di rilevante interesse per le città italiane» e per le quali ad oggi sono stati allocati 20,5 miliardi. Si tratta di interventi di rigenerazione urbana, su reti e mezzi per il trasporto pubblico, sui porti, sugli edifici giudiziari e di edilizia residenziale pubblica. Sono presentate le loro caratteristiche, i possibili beneficiari e i criteri per la ripartizione delle risorse.

I numeri

La posizione di Brescia, va detto, è in gran parte figlia del maxi-finanziamento per il nuovo tram «Fiera-Pendolina», 359,5 milioni di euro incassati a fine 2021. Quelle risorse non sono direttamente stanziate con il Pnrr, che ha tempi stretti e finanzia opere pronte entro il 2026 (il tram sarà ultimato nel 2029). Arrivano però dai «fondi complementari» voluti dal governo proprio per dare continuità agli investimenti del Pnrr, anche dopo il 2026. Brescia si distingue anche per i 24 milioni intercettati per interventi sull’edilizia residenziale pubblica (programma «Sicuro, verde e sociale») e per le risorse (incerte) del Pinqua, il Programma sulla qualità dell’abitare.

La Loggia ha incassato 42 milioni per potenziare il progetto di riqualificazione della Tintoretto. Il passaggio da fondi del Ministero a fondi Pnrr ha però modificato le regole e la Loggia ha chiesto chiarimenti. Si vedrà.

Il Comune di Brescia ha poi intercettato dal Pnrr 8,6 milioni per l’acquisto di autobus ecologici (elettrici o a idrogeno), 4 milioni per le ciclabili (via Zadei, via Lamarmora, stazione Fs-Università), 15,7 milioni per i progetti di rigenerazione urbana, dai due milioni per la riqualificazione dell’ex Arici Sega di San Polo ai 5,7 milioni per la bonifica del parco di via Livorno. Non solo. Soldi anche per la riqualificazione energetica del cinema Eden (132mila euro) e del teatro Santa Chiara (211mila euro).

Alla fine, comparando le tabelle, Urbanit arriva alla cifra di 453 milioni di euro. Meglio fanno solo le grandi metropoli come Roma (2.178 milioni), Genova (1.234), Napoli (993), Palermo (875) e Milano (861). Brescia segue solo Trieste tra le città di medie dimensioni. Ma a contare è il rapporto tra soldi e abitanti. E qui Brescia si piazza al primo posto in Lombardia, quinta in Italia, preceduta solo da Trapani(2.874 euro), Trieste (2.846), Venezia (2.459) e Ascoli Piceno (2.313).

Strategia

I numeri di Brescia, spiega per altro il sindaco Emilio Del Bono, sono destinati crescere. Lo studio, come detto, non tiene conto di tutte le linee di intervento del Pnrr, solo di alcune. Ad esempio manca la voce Cultura, non c’è il welfare (Brescia ha vinto 5 milioni di euro per progetti di inclusione sociale, dalla domotica per anziani soli ad alloggi di co-housing per il sociale). Mancano anche i 7,5 milioni arrivati per gli impianti sportivi, una pista di atletica al coperto e la nuova casa della ginnastica artistica. E alcuni bandi sono ancora in corso. Insomma, spiega il sindaco, «si tratta di una tabella "in movimento". Quel che è però già chiaro - aggiunge - è che questi risultati sono stati raggiunti grazie alla buona pianificazione che abbiamo messo in campo negli scorsi anni e alla nostra capacità di progettazione».

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Questa è una fase nella quale le risorse statali ed europee non mancano. Ma per intercettarle servono buoni progetti. «C’è un disegno generale che premia i Comuni che hanno una visione di città e una prospettiva di sviluppo. L’aver intercettato così tante risorse dimostra che non ci siamo accontentati di gestire l’ordinario, abbiamo investito sul futuro».

Lo studio Urbanit mette però in guardia: non bastano le risorse, bisogna realizzare le opere in tempi brevi. Molti Comuni, soprattutto al sud, potrebbero non farcela. «È una preoccupazione giusta - dice Del Bono -. La sfida della progettazione l’abbiamo vinta, ora c’è quella della realizzazione. Per Brescia sono ottimista. Ma non tutto dipende dai Comuni. C’è una normativa che va semplificata e accelerata. C’è un contesto economico che mette in difficoltà enti e imprese». Insomma, la partita è complessa. «Ma va vinta».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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