«Peroni? Prenda atto del suo isolamento, dica dove vuole stare»

Il segretario cittadino Paolo Fontana risponde così al j’accuse dopo il direttivo di Forza Italia
Forza Italia a Brescia. Da sinistra Mattia Margaroli, Paolo Fontana e Paola Vilardi
Forza Italia a Brescia. Da sinistra Mattia Margaroli, Paolo Fontana e Paola Vilardi
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«Tutto il partito è allineato». Lo è sulla candidatura a sindaco di Paola Vilardi, lo è sul fatto che Mariastella Gelmini, nel suo ruolo di coordinatore regionale, rappresenti «un valore aggiunto».

A rispondere al j’accuse di Margherita Peroni - che all’indomani dal direttivo cittadino di Forza Italia ha contestato il metodo scelto dal partito per affrontare il tema Loggia 2018 - è Paolo Fontana.

E se il ritornello che ha guidato il discorso di Peroni è stato «non mi riconosco in questo partito che cala editti dall’alto perché io non sono un suddito», quello del segretario cittadino è più conciso e affilato: tutto il partito è allineato, ripete. Come a dire: la democrazia che si invoca è rispettata, inutile fare i capricci se la «corrente peroniana» è in minoranza.

Peroni e Giorgio Maione parlano di «feudalesimo» e rivendicano la necessità di un confronto in casa Forza Italia. Confronto che, secondo loro, non solo non è avvenuto ma è stato anche in qualche modo «sbeffeggiato». Perché nel direttivo si è votato un documento preconfezionato e perché «se avere il coordinatore regionale bresciano deve essere un handicap, allora meglio non averlo».

«Dichiarazioni in cui trapela molta animosità, polemica e assai poco di propositivo - ribatte Fontana -. È bene ribadire che nel nostro partito esistono regole, si fanno congressi e ci sono direttivi democraticamente eletti; se qualcuno decide di non partecipare ai congressi o ha un ruolo di minoranza o addirittura alle elezioni provinciali sostiene e vota una lista alternativa a quella di Forza Italia, non può pensate d’imporre le proprie convinzioni.

La prima forma di rispetto, verso gli iscritti e gli elettori, è accettare il voto della maggioranza che nel caso della candidatura di Paola Vilardi a sindaco è addirittura unanime».

Il messaggio politico, neppure troppo velato, arriva subito dopo: «Sarebbe più prudente prendere atto della situazione e mettersi in pace - incalza Fontana - magari dicendo dove si vuole stare o andare. Non è certo qualche dichiarazione che può nascondere un isolamento palese tenuto conto che, nella sintesi politica unitaria raggiunta sulla candidatura Vilardi, convergono non solo FI, con le sue varie anime (Mattinzoli, Paroli, Romele, Margaroli) ma anche gli alleati del centrodestra». Fontana manda anche un altro messaggio ai peroniani, facendo intendere che nei momenti più critici per gli azzurri è ben chiaro chi è rimasto a bordo e chi, al contrario, ha abbandonato la nave. «FI, grazie al grande impegno di Berlusconi e della Gelmini, è tornata ad essere protagonista. Abbiamo però passato anni difficili e, quando alcuni guardavano altrove, altri tenevano la barra dritta; a Brescia primo fra tutti è stato Alessandro Mattinzoli».

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