Pensioni, l’assegno medio è di 1.000 euro. Ma 47mila bresciani sono fermi alla minima

Francesco Alberti, Elio Montanari
Nel pubblico impiego la cifra media è di 1.812 euro. In città e nell’hinterland si pagano gli assegni più alti
La maggior parte dei pensionati vive con mille euro - Foto © www.giornaledibrescia.it
La maggior parte dei pensionati vive con mille euro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Far quadrare i conti domestici è sempre più una missione impossibile, soprattutto d’inverno: le bollette sono un incubo ancor prima del loro arrivo. Lo sappiamo bene tutti, lo sanno ancora meglio i pensionati bresciani che devono gestire tutti le spese della vita quotidiana con un assegno di poco superiore a mille euro; nella nostra provincia l’Inps, in base ai dati di gennaio 2022, eroga 355.441 prestazioni previdenziali e assistenziali per un importo medio, appunto, di 1.060 euro. Questo è il dato complessivo che comprende diverse tipologie di prestazioni: le pensioni di vecchiaia, di invalidità, di reversibilità, gli assegni sociali e le prestazioni per la invalidità civile. Più alta la media per chi ha lavorato nel pubblico, in questo caso è di 1.812 euro.

Le cifre

Ma se mille euro è la cifra media bresciana (inferiore a quella italiana di 1.285 euro), oltre 47mila bresciani devono vivere con molto meno, con poco più della metà: per loro la pensione media è di 512 euro. Tornando all’analisi dei dati, considerato che la popolazione bresciana, al 1° gennaio 2022, è di 1.254.322 persone basta una divisione per osservare che per ogni cento abitanti sono pagate 28,3 prestazioni previdenziali e assistenziali. E non è poca cosa se, ad esempio, consideriamo che Brescia, con 196.850 residenti, conta 55.110 prestazioni previdenziali e assistenziali, 28 per ogni 100 abitanti.

Nel dettaglio, le pensioni bresciane vigenti al 1° gennaio 2022, liquidate dall’Istituto nel 2021 sono quindi 355.441, di cui 301.045, l’84,7% di natura previdenziale (vecchiaia, invalidità e superstiti) e le restanti 54.396, il 15,3% di natura assistenziale. È curioso osservare come il rapporto tra previdenza e assistenza nel bresciano sia ben diverso dalla media nazionale dove il 77,6% delle prestazioni sono di natura previdenziale a fronte del 22,4% di prestazioni assistenziali. In questo quadro le pensioni di vecchiaia costituiscono la maggior parte delle prestazioni e, nel totale provinciale, sono 217.679, per un importo medio di 1.339 euro mentre minore è sia il numero che gli importi medi mensili per le pensioni al superstite, ovvero le reversibilità, che sono 74.525, per una media di 697 euro. Rilevante è anche il numero delle prestazioni per gli invalidi civili, ben 45.677, per un importo medio che si ferma a 476 euro, poco meno dei 480 euro cui ammontano mediamente gli 8.719 assegni sociali. Più consistente l’importo medio per le pensioni di invalidità al lavoro, erogate a 8.842 beneficiari per una media di 828 euro.

Le zone

Le pensioni di vecchiaia, tra le diverse tipologie di prestazione, sono quelle più numerose, quasi 218 mila e con l’importo medio più elevato, ovvero 1.339 euro, con un’ampia gamma di valori, sempre medi, che arrivano ai 1.614 euro di Odolo mentre si fermano a 854 euro a Magasa. Valori medi relativamente più elevati, oltre i 1.500 euro, si registrano anche a Soiano del Lago (1.562), Niardo (1.537), Nave (1.525), Cedegolo (1.520), Barghe (1.505) e Sabbio Chiese (1.502). Avanzare ipotesi interpretative sulle medie è come andare sul ghiaccio ma non c’è dubbio che la siderurgia ha un peso nella definizione di questi valori. L’importo medio delle pensioni di vecchiaia scende, invece, sotto i 1.100 euro a Limone sul Garda (1.094), Ponte di Legno (1.091), Castelcovati (1.080), Valvestino (1.079), Tignale (1.071), Corteno Golgi (1.034), Monte Isola (1.033), Tremosine (1.029) e sotto quota 1.000 euro a Incudine (990), Monno (978) e Magasa (854 euro).

Se disponiamo sulla mappa provinciale i dati relativi alle pensioni di vecchiaia con importo medio superiore ai 1.400 euro, i 40 comuni si concentrano in tre aree territoriali tra loro contigue: Brescia e il suo hinterland, la parte iniziale della Valle Sabbia e della Val Trompia. Un quarto gruppo di comuni con pensioni medie di vecchiaia relativamente più elevate si colloca nella Valle Camonica, tra Cividate Camuno e Berzo Demo. Aree che, in larga parte, parlano di industria, di acciaio, di siderurgia. Facendo la stessa operazione con i comuni con importi medi delle pensioni di vecchiaia inferiori ai 1.200 euro mensili, si definiscono sulla mappa provinciale altre quattro aree che comprendono quasi tutti i 30 comuni che rientrano in questo gruppo.

L’Alto Garda, l’alta Valle Camonica, la bassa centrale, tra Fiesse e Isorella con l’aggregato più ampio nella parte centrale della bassa occidentale, in particolare nel triangolo che ha per vertici Pontoglio, Trenzano e Roccafranca. Da una parte la montagna, nelle tre valli e nell’Alto Garda, dall’altra la bassa estrema e la pianura occidentale. Aree che parlano di agricoltura, di edilizia e di una economia del turismo che, evidentemente, non si riflette sul benessere generale.

L’analisi dell’importo medio delle pensioni di vecchiaia sedimenta e riflette un pezzo della storia e della realtà del nostro territorio e delle sue diversità. Come detto una cifra media inferiore a quella nazionale, ma inferiore anche a quella dell’Italia settentrionale che è di circa 1.380 euro. Sarà interessante vedere gli sviluppi della società anche su questo fronte. Visti i molti contratti precari, le prospettive non sono certo ottimistiche.

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