Pedopornografia online e sui cellulari, due bresciani nei guai

Si tratta di due operai di Lonato e Montichiari avevano le credenziali di accesso al cloud proibito. Avevano video e foto sui cellulari
La maxi inchiesta curata dagli agenti della Polizia Postale - © www.giornaledibrescia.it
La maxi inchiesta curata dagli agenti della Polizia Postale - © www.giornaledibrescia.it
AA

Ci sono anche un 24enne di Montichiari e un 44enne di Lonato del Garda tra le 67 persone raggiunte dall’indagine della Polizia di Bari e Foggia finalizzata al contrasto della pedopornografia online. I due sono operai, entrambi incensurati, entrambi al di sotto dei radar dell’autorità giudiziaria, almeno fino a ieri. Gli uomini della Polizia Postale di Brescia nelle scorse ore si sono presentati a casa loro con un decreto di perquisizione e sequestro e li hanno lasciati senza device elettronici. In particolare senza cellulari.

Gli agenti hanno trovato alcune immagini pedopornografiche sui telefonini di entrambi e ad entrambi hanno trovato le credenziali di accesso ad un portale «cloud» riconducibile ad un dominio straniero utilizzato nell’ambiente per archiviare milioni di file foto e video e per usufruirne a richiesta. Gli apparecchi elettronici dei due saranno nelle prossime analizzati più approfonditamente dai consulenti della procura barese, capofila dell’inchiesta.

Il precedente

I due uomini bresciani si aggiungono al 40enne ristoratore di Gardone Riviera arrestato un mese fa e da allora detenuto nel carcere di Pavia. L’uomo, accusato di detenzione di 2.200 tra filmati ed immagini di ragazzini e ragazzine in atteggiamenti sessualmente espliciti, ha impugnato il suo arresto in flagranza davanti al gip e al tribunale del Riesame, incassando due no perentori. L’operazione denominata «Revelatum» nel complesso ha portato all’arresto di otto persone. Altre 59 sono state denunciate, ma restano almeno al momento in stato di libertà.

Sulle loro tracce gli agenti della Polizia Postale dislocati sull’intero territorio nazionale sono arrivati sviluppando una segnalazione anonima, che rivelava la presenza di materiale pedopornografico proprio all’interno della «nuvola» di archiviazione online, raggiungibile digitando mega.nz. Fatto l’accesso sul portale, gli agenti della Postale hanno potuto risalire ai frequentatori e andare a far loro visita. Nei sessanta dispositivi sequestrati i poliziotti hanno trovato un volume di file proibiti di circa 500 terabyte. La stragrande maggioranza dei quali a disposizione degli otto uomini finiti in carcere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia