Pd, le quote rosa rimescolano le carte in vista del congresso

Chi c’era racconta che a un certo punto sono volati gli stracci. Di sicuro, sono volate parole grosse che si sono impresse nella discussione proseguita a suon di messaggi, all’interno delle chat più o meno ristrette, lasciando l’amaro in bocca a qualcuno. Congresso del Partito democratico, atto terzo: al netto di delusioni e aspettative, quello che resta è una geografia apicale che cambia (letteralmente) volto.
In questo ultimo miglio della marcia di avvicinamento al 1° ottobre (giorno dei verdetti ufficiali), infatti, i due segretari in pectore (Michele Zanardi per la segreteria provinciale e Roberto Cammarata per quella cittadina) si trovano di fronte a un quadro meno scontato di quello iniziale.
Al loro fianco non avranno il numero due che pareva «blindato» solo fino a una manciata di giorni fa: rispettivamente la conferma di Massimo Reboldi (area Schlein) e l’incoronazione di Mirco Biasutti in città. L’idea che a guidare il partito bresciano fossero tutti uomini ha infatti fatto storcere il naso a una fetta di iscritti e simpatizzanti, creando una spaccatura anche all’interno della stessa area che fa capo alla segretaria nazionale.
Il beau geste di Reboldi
Quale il nuovo schema? Per il capoluogo, in pole come vice di Cammarata c’è Giulia Zambolin. Per il livello provinciale, invece, a togliere le castagne dal fuoco è stato lo stesso Reboldi: «Metto a disposizione quel ruolo se questo può servire a tenere insieme il mondo della nuova sinistra, composita e plurale. Troviamo insieme chi può farlo. Facciamolo partendo anche dall’idea che sta maturando in queste settimane rispetto alla valorizzazione di una figura femminile» ha detto nella sua relazione. Il beau geste del passo indietro ha di fatto spiazzato chi era pronto a salire sulle barricate.
Specie perché Reboldi lo ha accompagnato a un messaggio schietto, diretto proprio all’interno dell’ala più a sinistra dei dem: «Saremo il cambiamento se sapremo offrire prospettiva e serietà, capacità e rappresentatività. Anche per questo abbiamo bisogno di pensarci “noi partito”, maggioranza che guida. Non confiniamoci ad essere una corrente che chiede posti, autodeclassandosi ad underdog, ad outsider di questa comunità». Sul tavolo ora c’è una rosa di nomi che, tra gli altri, comprende Serafina Bandera, Rosa Vitale e la stessa coordinatrice provinciale delle donne dem: Leila Moreschi.
A decidere chi sarà il suo braccio destro sarà direttamente Zanardi, che si trova di fronte anche a un altro malcontento: una parte della componente Schlein lamenta una scarsa rappresentanza nel mosaico di direzione e segreteria, che al momento la vedrebbe «minoritaria pur avendo vinto il congresso». Le discussioni non sono ancora finite.
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