Pd verso i congressi, Zanardi candidato unico al provinciale

Il Pd dell’era Schlein va oltre le correnti, o semplicemente riduce l’autolesionismo politico causato dalle divisioni degli ultimi anni. Dalla Lombardia alla provincia per arrivare alla città di Brescia il primo ottobre andranno in scena congressi unitari. Da Silvia Roggiani a livello regionale dopo il passo indietro di Emilio Del Bono fino a Brescia dove Roberto Cammarata dovrebbe essere candidato unico.
Provincia
Michele Zanardi, segretario provinciale uscente del Pd, sarà l’unico in corsa per guidare il partito nel Bresciano. Questo è il risultato di un lavoro di cucitura con le varie anime dem ed in particolare con l’area Schlein emersa prepotentemente dall’ultimo congresso nazionale. Zanardi come aveva avuto modo di spiegare in un’intervista al nostro giornale a ridosso di Ferragosto si propone come figura in grado di mettere insieme le differenti sensibilità del partito bresciano, portando in dote anche tre tornate elettorali (Politiche, Regionali e Comunali) che hanno prodotto risultati in termini di eletti e di percentuali. Non solo, da un lato Zanardi si pone come figura di continuità, ma ha già espresso l’intenzione di promuovere un rinnovamento organizzativo e generazionale. Un processo che passa attraverso anche la composizione non solo della futura segreteria ma anche dalla composizione dell’assemblea le cui liste di candidature vanno presentate entro il 9 settembre. Entro quella data andranno presentati i nominativi per la segreteria dell’unione comunale di Brescia. Come detto in città l’obiettivo è quello di replicare lo schema provinciale con una candidatura unitaria, che nello specifico sarà Roberto Cammarata; il successore di Tommaso Gaglia arriva alla guida del cittadino anche nelle more dell’accordo che ha ridisegnato gli equilibri in Loggia dopo le Comunali.
Regione
Ieri scadevano i termini anche per la corsa alla segreteria regionale dove a inizio ottobre si insedierà Silvia Roggiani. Nella ricerca della soluzione unitaria è stata determinante la decisione di Emilio Del Bono di togliersi dalla corsa: le possibilità di vittoria in caso di conta erano reali, ma il partito avrebbe potuto spaccarsi, un’eventualità da evitare per una forza che ambisce a costruire l’alternativa.

L’ex sindaco di Brescia guiderà Laboratorio Lombardia 2028, una struttura che mira, come si legge nel documento congressuale frutto di un lavoro condiviso e corale delle due anime del partito (Schlein e Bonacini), «ad avviare un processo politico volto alla maturazione di un pensiero politico lungo, convincente, che costruisce anche una leadership autorevole e in grado di coinvolgere le più diverse espressioni culturali lombarde». Dopo la rinuncia dello scorso dicembre, per Del Bono potrebbe addirittura profilarsi una candidatura per la Lombardia fra 5 anni.
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