Parco delle cave: rubate arnie con un milione e mezzo di api
In un anno mediocre, se non del tutto deludente sul fronte della produzione di miele, al Parco delle cave di Buffalora si registra l’ennesimo furto di arnie della nostra provincia. Dopo i fatti accaduti nei mesi scorsi nella Bassa Bresciana con apicoltori che hanno perso decine di arnie, la notte scorsa i ladri hanno agito a Buffalora ai danni dell’Associazione Apicoltori della provincia di Brescia, manomettendo l’area didattica allestita a margine del grande parco acquatico.
«Siamo stati avvisati ieri mattina da persone che sono passate nei pressi della nostra area attrezzata messaci a disposizione dal Comune di Brescia: nella notte qualcuno è entrato nel recinto, ha abbattuto una parte della rete e dei sostegni attorno alle nostre 25 arnie e ne hanno rubate 16. Altre quattro erano rovesciate a terra e altre sono state lasciate al loro posto ma chiuse, in attesa di essere rimosse. Ma evidentemente qualcosa è andato storto: i ladri sono stati disturbati e se ne sono andati col loro furgone» ha spiegato il presidente Claudio Vertuan.
Un danno di diverse migliaia di euro, facilmente quantificabile nel dettaglio: ogni arnia contiene una media di 90mila api (circa un milione e mezzo quindi quelle rubate) e uno sciame vale di media sui 220 euro; ogni singola struttura di legno con mielario costa circa 120 euro, in più nell’armia c’era già il miele, circa una decina di chili, a 10 euro al chilo o poco più. Un danno quindi di oltre 7mila euro. «Siamo assicurati, ma stante i continui furti denunciati il valore risarcito è risicato. Resta il danno e l’amarezza di sapere che è stato colpito un simbolo in realtà».
Un vero e proprio oltraggio all’Associazione Apicoltori della provincia di Brescia, «al Comune di Brescia che ha accolto le api nel più grande Parco della provincia, alla cittadinanza tutta e ai frequentatori del Parco che credevano in quel progetto e che si erano abituati alla presenza degli alveari». Del resto quella predata non era una postazione privata. «Le api erano state posizionate al Parco in virtù di un patto di collaborazione fra Comune e Associazione Apicoltori perché entrambi credevano nel progetto a sostegno delle api. Il Comune si impegnava ad ospitare gli alveari all’interno del parco e a dare la sua assistenza e l’Associazione si impegnava a promuovere la conoscenza del mondo delle api presso la popolazione, anche tramite alcune manifestazioni da svolgersi al parco».
Le famiglie di api erano al parco quasi fossero in una vetrina proprio perché il visitatore se ne chiedesse il perché e capisse quale fosse il loro ruolo e la loro importanza. «Esse ci danno l’80% della nostra alimentazione e con il loro lavoro di impollinazione di piante ed erbe fanno sopravvivere più del 70% della vegetazione contribuendo alla sopravvivenza di molte piante ed erbe ed al mantenimento della biodiversità. Come apicoltori non siamo al Parco per noi ma per l’intera comunità. Siamo al Parco solo dallo scorso anno e, nonostante il virus, abbiamo già fatto alcune manifestazioni per la cittadinanza, per piccoli e grandi: la Giornata mondiale delle api a maggio, "Tra le arnie con Matteo" a giugno per ricordare un ragazzo scomparso e ribadire quanto sia importante salvare le api per proteggere la nostra salute. Non per nulla stanno passando dall’apiario ragazzi degli oratori e dei centri estivi. Le comuni persone che passano dal parco spesso si fermano incuriosite dalla presenza delle api e chiedono notizie e informazioni». Ora l’apiario sarà ricostruito per il suo valore simbolico, ma resta l’amarezza.
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