Orsi e lupi: ecco gli animali selvatici delle nostre montagne

Negli ultimi mesi numerosi gli avvistamenti tra la Valcamonica, la Valsabbia e l’Alto Garda
Branco di lupi a Pezzo - © www.giornaledibrescia.it
Branco di lupi a Pezzo - © www.giornaledibrescia.it
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Sarà un po’ per il lockdown, con le persone chiuse in casa e la natura che si è rimpossessata di alcuni spazi. Sarà perché, dopo anni ad annunciarlo, i grandi carnivori sono davvero tornati a vivere le Alpi. Sta di fatto che, nel 2020, orsi e lupi si sono fatti vedere maggiormente nel Bresciano, spostandosi soprattutto in Valcamonica, ma con incursioni pure in alto Garda e, sporadicamente, in Valsabbia.

L’orso bruno è stato segnalato una trentina di volte, dal suo risveglio dopo il letargo in primavera sino a fine settembre, quando è tornato nella tana. Due in particolare gli esemplari che sono stati identificati geneticamente, ma molte altre segnalazioni non sono attribuite. M38, un maschio di sei anni, è stato rilevato a marzo-aprile in alta Valcamonica, dove ha causato danni agli ovini, mentre tra giugno e agosto è stato campionato in Trentino, nelle Dolomiti di Brenta. E poi M54, un maschio di tre anni, è stato individuato per i danni ad apiari e ovini in media e bassa Valcamonica tra la primavera e l’inizio dell’estate. È poi sparito per alcuni mesi, salvo ritornare tra ottobre e novembre in Val Caffaro, al confine trentino.

L'orso M54 in Val Paghera - © www.giornaledibrescia.it
L'orso M54 in Val Paghera - © www.giornaledibrescia.it
La presenza dell’orso è stata rilevata per genetica, per i danni causati, per le tracce lasciate sul terreno ma otto volte anche per avvistamenti veri a propri:  tre a maggio a Ponte di Legno, a Degna di Breno e alla Case Laen di Ceto, due a giugno a Stadolina di Vezza e a malga Fobbe di Braone, poi a luglio a malga Nicol a Cimbergo, a ottobre a Fucine di Darfo e il 6 novembre a PIa Canai a Pertica Bassa. Undici in tutto gli episodi di danni attribuiti con certezza ai plantigradi: dieci predazioni di animali da reddito, ovvero quattro caprini e 15 ovini e un dubbio su un vitello, e uno ad alveari.

Anche le segnalazioni attendibili sulla circolazione del lupo nel Bresciano sono state diverse, sempre in alta Valcamonica. Molti ormai conoscono il «famoso» branco del Tonale, al confine col Trentino. Si registra poi la probabile formazione di una nuova coppia tra la Valle di Belviso e l’Aprica, oltre ad alcune segnalazioni di esemplari in dispersione in alto Garda. Le fototrappole, in primavera-estate, hanno permesso di osservare massimo 3-4 esemplari in contemporanea, mentre nel tardo autunno le riprese hanno certificato la riproduzione del branco, che è salito a sei. Le analisi genetiche sui campioni ritrovati ne hanno genotipizzato con certezza quattro: la probabile femmina alfa, chiamata «Bzf3», forse proveniente della Val di Non, altre due lupacchiotte «Tnf12» e «Tnf13» e il maschio «Tnm13». Tre in tutto gli eventi dannosi certi da lupo, ai danni di cinque ovini predati. Sul territorio - per il controllo, il monitoraggio e l’intervento in caso di necessità - opera la Polizia provinciale, che raccoglie anche i dati e agisce in tutti i casi di criticità legate al ritorno dei grandi carnivori nel Bresciano, col coordinamento del referente Paolo Tavelli e la collaborazione degli altri enti coinvolti.

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