Operazione Leonessa, via tre porto d'armi e chiuso un negozio

Sulla scorta dell'inchiesta sulle infiltrazioni della mafia di Gela al Nord, nuove misure della Questura di Brescia
Volanti escono dalla Questura di Brescia (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Volanti escono dalla Questura di Brescia (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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L'operazione Leonessa - per un mix che contempla presenza della mafia di Gela nel Bresciano e in varie province del Nord Italia, oltre a diversi episodi di corruzione - continua a far dibattere, con i tre filoni d'indagine paralleli che coinvolgono 200 indagati, una settantina dei quali finiti in manette.

Mentre gli investigatori di Polizia e Guardia di Finanza procedono nella loro attività, confortata dalle prime ammissioni da parte di soggetti coinvolti ai magistrati della Dda bresciana, gli uffici della Divisione di Polizia amministrativa della Questura non hanno mancato di notificare alcuni provvedimenti a carico di persone toccate a vario titolo dall'inchiesta. 

Si tratta della revoca del porto d'armi a tre cittadini, due dei quali ora agli arresti domiciliari e uno la cui abitazione è stata sottoposta a perquisizione.

Non solo. Dagli uffici di via Botticelli, infatti, è stato emesso anche un provvedimento che impone la chiusura temporanea per 15 giorni di un esercizio commerciale del centro città: si tratta di un negozio di telefonia all'interno del quale sarebbero state trovate prove inerenti il sostegno all'attività del sodalizio criminale di riferimento tramite la fornitura e l'attivazione di schede Sim. Il provvedimento è stato emesso ai sensi di quanto previsto dall'articolo 100 del Testo unico per le legge in materia di pubblica sicurezza, per abuso della licenza commerciale.

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