Omicidio di Nuvolento: dopo 15 giorni ancora nessun funerale per Romano Fagoni

I figli non chiedono la salma. Nel frattempo Raffaella Ragnoli resta in carcere a Verziano
La casa a Nuvolento dove è avvenuto l'omicidio - © www.giornaledibrescia.it
La casa a Nuvolento dove è avvenuto l'omicidio - © www.giornaledibrescia.it
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Dopo 15 giorni regna ancora il silenzio. Ormai assordante. E che mette in imbarazzo anche gli inquirenti per una situazione paradossale.

Perché ancora nessuno, come già avevamo scritto la scorsa settimana, ha chiesto alla Procura il nullaosta per la sepoltura di Romano Fagoni, l’uomo ucciso a coltellate dalla moglie Raffaella Ragnoli nella serata del 28 gennaio. In altri casi probabilmente, senza particolari esigenze investigative, sarebbe già stato celebrato il funerale della vittima.

E invece il caso di Nuvolento è evidentemente diverso. I figli della vittima - un ragazzo minore e una ragazza maggiorenne - si sono schierati al fianco della madre che è in carcere da due settimane e che attraverso i suoi legali ha chiesto al tribunale del Riesame l’annullamento della misura cautelare o quantomeno la concessione dei domiciliari. Il gip aveva disposto la detenzione in cella sostenendo che «è certa la completa assenza di freni inibitori in grado di trattenere l’indagata da nuove azioni violente, le quali - visto il suo attuale stato di protrazione psicologica e considerate le sue difficoltà nel leggere in modo equilibrato i dati dei realtà - potrebbero ben scaturire dalle motivazioni più futili e inattese».

In attesa della fissazione dell’udienza davanti al tribunale del Riesame, Raffaella Ragnoli a Verziano ha incontrato la figlia maggiorenne, la stessa ragazza che tempo fa aveva lasciato la famiglia di origini anche per continui contrasti con il padre. E non ha nascosto le tensioni in famiglia nemmeno il figlio minore, testimone diretto della lite tra i genitori finita in tragedia. E che nemmeno lui, come la sorella, ha chiesto il nullaosta per la sepoltura del padre.

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