Omicidio Borin: l’imputato rinuncia all’eredità dell’anziana

Salvatore Spina è accusato di avere ucciso la donna per mettere le mani sui suoi averi. Ha chiesto anche il rito abbreviato
L’abitazione a Urago Mella dove viveva Diva Borin - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’abitazione a Urago Mella dove viveva Diva Borin - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Ha rinunciato all’eredità che Diva Borin gli aveva lasciato. Si è recato da un notaio e messo la sua scelta nero su bianco. Da qualche giorno Salvatore Spina non è più l’erede dell’anziana che è accusato di aver ucciso.

Il 40enne ha lasciato al nipote della donna la sua parte - ovvero metà dell’appartamento di Urago Mella dove la donna fu trovata senza vita il 2 marzo di due anni fa - e i 60mila euro di una polizza sulla vita. Non solo. Spina, tramite il suo legale, l’avvocato Giacomo Nodari, ieri ha formalizzato anche la scelta del rito. Vuole essere processato in abbreviato: in caso di condanna, godrà dello sconto di un terzo della pena. Poteva scegliere il rito «premiale» - e l’ha fatto - perché la legge che ne vieta l’ammissione in caso di delitti puniti con l’ergastolo è entrata in vigore un mese dopo i fatti.

Il gup ne ha preso atto e ha preso atto anche delle investigazioni fatte dalla difesa. L’avvocato Nodari ha depositato una consulenza medico legale, una tossicologica, una genetico forenze, una sui cellulari raggiungi dalla indagini. Non solo. La difesa ha anche raccolto testimonianze circa le abitudini dell’anziana scomparsa e sulla situazione economica e patrimoniale della famiglia dell’imputato al momento della morte di Diva Borin.

Il giudice ha aggiornato l’udienza e dato al sostituto procuratore Antonio Bassolino tempo fino al 31 ottobre per valutare le prove e per produrre una sua memoria. Le parti torneranno in aula il 9 novembre. In quell’occasione toccherà all’accusa illustrare la sua ricostruzione. Secondo la procura Spina ha ucciso l’anziana strangolandola con un foulard, mentre era sul divano. E l’ha fatto per assicurarsi il testamento che la donna aveva scritto a suo favore, al quale ha rinunciato nei giorni scorsi.

Dopo l’intervento dell’accusa, la parola passerà alla difesa il 29 novembre. Il giudice poi dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio per la sentenza.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato