Obbligo vaccinale, plauso delle imprese bresciane

Bene l’obbligo vaccinale. Una misure necessaria e per certi versi persino tardiva. Ma fondamentale non solo per fermare la corsa del virus, ma per non vanificare la ripresa economica in atto, messa già a dura prova dal caro-energia.
Così le imprese bresciane leggono le ultime mosse del Governo Draghi. Per arginare un contagio ormai fuori controllo (ieri nuovo record di casi: 220mila in Italia, 6.615 nel Bresciano) e il dilagare della variante Omicron il governo Draghi ha infatti varato l’obbligo vaccinale per gli over 50. L’obbligo scatta da subito, con la pubblicazione del decreto del 5 gennaio in Gazzetta Ufficiale.
Nel Bresciano interessa 47.200 persone, tutti ultracinquantenni che non hanno effettuato nemmeno una dose di vaccino anti-Covid. Dal 15 febbraio per i lavoratori pubblici e privati con almeno 50 anni di età sarà poi necessario il green pass rafforzato, vale a dire ottenuto perché si è vaccinati o guariti. Non basterà più il tampone.
Confindustria
«Una scelta importante - commenta il presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta -. Le istituzioni italiane hanno gestito bene l’emergenza nel 2021. Questo ci ha consentito di ripartire e di rimettere in moto le imprese e l’economia del Paese. I dati epidemiologici ora sono allarmanti. Le misure più restrittive sono la natura conseguenza di questa situazione. Non possiamo rischiare di vanificare la ripresa in atto». Negli stabilimenti manifatturieri, fa notare Beretta, iniziano a esserci molti dipendenti positivi o in quarantena. «Nella mia azienda siamo al 10%» spiega. Se nel terziario o in altri settori si può ricorrere al lavoro agile, da casa (smart working), «nella manifattura è essenziale la presenza».
E per garantire la sicurezza dei lavori e la continuità produttiva la strada maestra è quella del vaccino. «Gli ordini ci sono, non possiamo metterli a rischio per mancanza di personale». Anche perché, è il ragionamento di Beretta, c’è un altro gigantesco problema che le aziende dovranno affrontare nel 2022: il caro-energia. «Le istituzioni si sono occupate, bene, del Covid - spiega il numero uno degli industriali bresciani -. Ora è il momento che arrivi una risposta al problema energetico che rischia di essere letale per molte imprese. Nessuno ha la bacchetta magica, ma una soluzione va trovata».
Confindustria Brescia ha aperto un tavolo di confronto con i produttori di energia territoriali, a partire da A2A, per trovare una soluzione locale. «Da bresciani ci diamo da fare, ma la soluzione va trovata a livello nazionale, in maniera strutturale». Anche perché i rincari dell’energia rischiano di mangiarsi gli effetti del Pnrr.
Confapi
Anche Apindustria vede nell’obbligo vaccinale l’unica strada per garantire la produttività delle imprese. Il presidente nazionale Maurizio Casasco, bresciano d’adozione, è stato tra i primi a parlare di obbligo vaccinale. «La pandemia ci ha insegnato che salute ed economia viaggiano di pari passo - era stato il suo ragionamento -. Se non si garantisce la sicurezza a tutti i lavoratori non avremo mai una vera ripresa. Il ragionamento è molto semplice: più vaccini, meno contagi, meno varianti. Per questo parlo di obbligatorietà».
Il presidente di Apindustria Brescia ribadisce il ragionamento: «La nostra posizione è nota - spiega Pierluigi Cordua -. Da tempo auspicavamo l’obbligo vaccinale, una mossa necessaria per contenere la pandemia e tenere aperte le imprese. Una scelta che forse poteva essere anticipata. Leggiamo comunque in maniera positiva l’ultimo decreto del governo: per la sicurezza dei lavoratori e per mantenere attive le imprese in questa fase di ripresa».
Artigiani
A favore dell’obbligo vaccinale anche Eugenio Massetti, presidente di Confartigiato Lombardia e Brescia. «Se non adottiamo regole più restrittive non ne usciamo più - spiega -. Giusto rispettare le opinioni di tutti, ma stiamo parlato di salute pubblica e delle tenuta economica del Paese. Se vogliamo uscirne, dobbiamo affidarci agli esperti, ai medici e agli scienziati. Ecco perché come Confartigianato non intendiamo più essere tolleranti con chi non rispetta le regole e si fa beffa dell’impegno della stragrande maggioranza degli italiani e dei bresciani». Insomma, ben venga l’obbligo vaccinale. Vanno però affrontati anche altri nodi.
Ad esempio la «concorrenza sleale» degli autotrasportatori dell’est Europa: «Non possiamo più accettare che i nostri lavoratori rispettino le regole e altri no - spiega Massetti -. Le regole devono valere per tutti, non solo per qualcuno. Il Governo dovrà mettere mano anche a queste cose».
Bortolo Agliardi, numero uno del’Associazione Artigiani di Brescia, parte dalla situazione epidemiologica: «Non possiamo più permetterci situazioni come quelle del 2022 o dello scorso inverno, con ospedali bloccati per i troppi ricoveri Covid. Contagi e ricoveri stanno aumentando, non è possibile che le scelte di pochi mettano a rischio la vita e il lavoro di tutti gli altri. C’è un bene comune superiore alla libertà di scelta».
Insomma, per Agliardi la scelta del Comitato tecnico scientifico è a tutela di tutti. «Gli artigiani lavorano a contatto con la gente: l’idraulico, l’elettricista, il restauratore, l’estatista. Il vaccino protegge i lavoratori e i loro clienti». Resta il tema dei controlli. «Ma quelli li facevamo anche prima».
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